Riforma dei contratti di lavoro e articolo 18: si parte!

Redazione 21/03/12
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Dopo l’incontro di ieri con le parti sociali il presidente del Consiglio Mario Monti ha reso “omaggio” al ministro del Lavoro Elsa Fornero per la riforma “molto coerente come solidita’ e impostazione strutturale“.

Poi il premier in conferenza stampa ha sottolineato come “tutte le parti sociali” al tavolo “hanno rinunciato a qualcosa” (sull’art. 18 si è registrato il niet da parte della Cgil). “A partire da gennaio – ha spiegato il premier -, con altri ministri e a volte con me, c’e’ stata una fitta serie di riunioni con le parti sociali che hanno consentito di affrontare diversi aspetti e che hanno visto un percorso da parte di ciascuna delle parti sociali molto rispettoso del momento dell’economia italiana. E ciascuna delle parti, anche accogliendo l’appello del Capo dello Stato, ha deciso – ha aggiunto il Premier – di avere qualche rinuncia rispetto agli obiettivi iniziali, cercando di lavorare nell’interesse generale come le parti politiche hanno fatto fin dall’inizio del governo“.

Il ministro – ha poi concluso Monti – ha presentato il quadro complessivo della riforma, sintetizzando tutti i suoi capitoli sui quali e’ stato acquisito il consenso di massima delle parti e su cui il ministro Fornero, in dialogo ulteriore con le parti, lavorera’ nei prossimi due giorni“. Governo e parti sociali proseguiranno la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro domani alle 16 a Palazzo Chigi. Quello di giovedì sarà l’incontro conclusivo. Il Governo, ha spiegato il premier Monti, presenterà i testi definitivi e si redigerà il verbale contenente i giudizi delle parti sociali. Ecco le principali novità in arrivo.

ART. 18

Per i licenziamenti discriminatori il giudice ordina sempre il reintegro in qualsiasi caso e dimensione di impresa.

Diverse le soluzioni per quelli disciplinari: se il motivo del licenziamento e’ inesistente, ‘per non aver commesso il fatto’ o per riconducibilita’ alle ipotesi punibili ai sensi del contratto collettivo, il giudice ordina il reintegro. In altri casi residui se i motivi addotti dai datori di lavoro sono inesistenti, il giudice puo’ indennizzare da 15 a 27 mensilita’.

Infine per i licenziamenti per motivi economici il giudice dispone un indennizzo da 15 a 27 mensilita’. “Noi proponiamo che i licenziamenti discriminatori siano puniti, questo tipo di licenziamento e’ nullo qualunque sia l’impresa che lo fa“, ha spiegato nel dettaglio il ministro Fornero, aggiungendo che il “licenziamento discriminatorio viene sanzionato con la nullita’ come se non fosse mai avvenuto. In questo modo e’ rafforzata la tutela“.

Per quanto riguarda i licenziamenti per ragioni oggettive o per giustificato motivo economico, “non c’e’ piu’ il reintegro ma solo l’indennizzo tra 15 e 27 mensilita’ dell’ultima retribuzione tenuto conto dell’anzianita’ del lavoratore“. Per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari per ragioni soggettive, “sara’ il giudice a decidere e che valutera’ per il reintegro in presenza di alcune fattispecie e all’indennizzo di fronte ad altre fattispecie“, ha sottolineato il ministro. Precisando, con lo stesso Monti, che il tema art. 18 non sarà più oggetto di modifiche ma al massimo di rifiniture del testo.

PRECARIATO

Come misura di contrasto del precariato, dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato scatta l’assunzione a tempo indeterminato.

AMMORTIZZATORI

Il nuovo sistema di ammortizzatori sociali (Aspi, assicurazione sociale per l’impiego) entrerà a regime nel 2017 e, dunque, sarà ancora in transizione nel 2016.

CONTRATTI

Ai contratti a tempo determinato sarebbe applicata un’aliquota addizionale di 1,4% per il finanziare l’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego. Restano esclusi i contratti sostitutivi e quelli stagionali. Il contratto di lavoro a tempo indeterminato diventa quello che domina sugli altri per ragioni di produttivita’ e di legame tra lavoratori e imprese. Sui contratti intermittenti e quelli a progetto saranno posti vincoli stringenti.

STAGE

Vogliamo eliminare stage gratuiti dopo il periodo formativo“, ha detto il ministro Fornero in conferenza stampa.

FLESSIBILITA’ IN ENTRATA

Per quanto riguarda la flessibilità in entrata, Fornero ha ribadito che il percorso lavorativo comincerà con un “apprendistato serio“, che rappresenterà un “investimento in capitale umano” dell’impresa con l’obiettivo “di portare alla conferma del lavoratore” e, dunque, alla sua stabilizzazione. In ogni caso, ci dovrà essere una “certificazione” dell’apprendistato che sancisce le “competenze acquisite” del lavoratore in modo tale che in caso di mancata conferma possa servire per una nuova occupazione.

DIMISSIONI IN BIANCO

Nella riforma del mercato del lavoro c’e’ una norma contro le dimissioni in bianco. La norma “l’abbiamo messa nel capitolo interventi per una maggiore inclusione delle donne – ha spiegato il ministro – non perche’ pensiamo che questo riguardi soltanto le donne, ma perche’ pensiamo che riguardi soprattutto le donne. E’ chiaro che questa norma, che tende a contrastare speriamo in modo veramente efficace le dimissioni in bianco, vale nei confronti di tutti i lavoratori“.

ASPI

La nuova Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), che sostituirà il vecchio sussidio di disoccupazione, sarà introdotta “affinché un lavoratore non sia lasciato solo nel deserto“, ha detto il ministro, sottolineando che “il vecchio sussidio di disoccupazione sarà razionalizzato, esteso e universalizzato con l’Aspi. L’obiettivo è rendere universalistico uno strumento a difesa dei lavoratori in periodo di disoccupazione“.

Fortunato Laurendi

Redazione

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