Recovery, Riforma del lavoro: cosa cambia per beneficiari Rdc, Naspi, Cig

Nel PNRR una riforma dei centri per l’impiego e ammortizzatori sociali

Chiara Arroi 28/04/21
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Il Recovery Plan approvato dal Parlamento e in arrivo sui banchi della Commissione Ue entro il 30 aprile, mette sul piatto non solo investimenti infrastrutturali, di transizione ecologica, istruzione e ricerca. In gioco c’è una serie di riforme per l’inclusione sociale, con forti investimenti sulle politiche del lavoro, riforma dei centri per l’impiego, il reinserimento lavorativo e sociale dei cittadini.

Le politiche per il lavoro fanno da perno a tutto ciò, con il miglioramento della formazione, dell’occupabilità e del reinserimento nel mercato del lavoro di disoccupati, inoccupati, beneficiari del reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, percettori di Naspi e Cigs.

A tal fine si rivedono le politiche attive del lavoro a partire dall’assegno di ricollocazione, per arrivare all’istituzione di un programma nazionale («Garanzia di occupabilità dei lavoratori» – GOL), che prevede un sistema di presa in carico unico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale (percettori di RdC, NASPI, CIGS).

Questo è quanto stabilito appunto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato in Parlamento il 27 aprile, che sarà inviato in Europa appunto entro la fine di aprile.

>> Recovery Plan approvato: cosa prevede, progetti e fondi <<

Il premier Mario Draghi, ha voluto sottolineare che la scadenza del 30 aprile non è mediatica, come si è detto: è che, “se si arriva prima, si ha accesso ai fondi prima. La Commissione andrà sui mercati a fare la provvista per finanziare questo fondo intorno, a maggio-giugno, poi la finestra si chiuderà temporaneamente per l’estate e quindi, se il Piano viene presentato subito, si ha accesso ad una quota della prima provvista.

“Tutto il Piano è un investimento sul futuro e sulle nuove generazioni. Ai giovani bisogna garantire welfare, una casa e un’occupazione sicura” sostiene Draghi. Da qui quindi anche la riforma dei centri impiego in ottica reinserimento lavorativo. Ben lo sanno i percettori di Reddito di cittadinanza, che avrebbero dovuto beneficiare (oltre all’assegno) di un percorso orientato a trovare lavoro e reinserirsi in società: cosa che spesso non è avvenuta.

Vediamo quindi in breve cosa ha in mente per loro il Recovery Plan dell’esecutivo Draghi. Con quanti soldi e quali misure cambieranno nei prossimi mesi e anni il mercato dei lavoro e l’occupazione dei giorni e disoccupati?

Recovery Plan e obiettivi per il lavoro

L’obiettivo strategico della traasformazione del mercato del lavoro prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è:

  • aumentare il tasso di occupazione, facilitando le transizioni lavorative e dotando le persone di formazione adeguata;
  • Aumentare quantità e qualità dei programmi di formazione dei disoccupati e dei giovani, in un contesto di investimento anche sulla formazione continua degli occupati.

Tutto ciò passa per un investimento di più di 6 miliardi, che comprende:

  • la revisione di alcuni sussidi, come l’assegno di ricollocazione;
  • l’istituzione di un programma nazionale per l’occupabilità dei giovani (GOL);
  • presa in carico di disoccupati, percettori Rdc, Naspi, Cigs;
  • rafforzamento dei centri per l’impiego e della loro organizzazione.

Recovery plan: l’assegno di ricollocazione 

Il Pnrr specifica chiaramente nella sezione dedicata che la trasformazione del mercato del lavoro passa anche dalla revisione dell’assegno di ricollocazione. In che modo verrà rivisto non si sa ancora. Si dovranno attendere i prossimi mesi.

Il sostegno al reddito verrà accompagnato da un piano di formazione e ricollocazione nel mercato del lavoro.

Tutto è parte anche della più ampia riforma degli ammortizzatori sociali, programmata dal Governo, che punta ad allargare la platea delle aziende e dei lavoratori ammessi ai trattamenti di Cassa integrazione guadagni, in modo da costruire una rete di protezione più estesa, inclusiva e resistente alle crisi congiunturali.

Recovery Plan: cassa integrazione e ammortizzatori 

Altro nodo cruciale è appunto la più ampia riforma degli ammortizzatori. Il Pnrr fa riferimento alla “riforma degli ammortizzatori sociali programmata dal Governo”, che “punta ad allargare la platea delle aziende e dei lavoratori ammessi ai trattamenti di Cassa integrazione guadagni, in modo da costruire una rete di protezione più estesa, inclusiva e resistente alle crisi congiunturali”.

In sostanza il governo nei prossimi mesi e anni punta ad ampliare le prestazioni assicurative per i dipendenti di aziende, garantendo a tutti i lavoratori trattamenti:

  • ordinari e straordinari di integrazione salariale,
  • con durata ed estensione delle misure di sostegno al reddito in base alle dimensioni delle aziende e tenendo conto delle caratteristiche settoriali

Verranno inoltre rafforzati i sussidi e le assicurazioni sociali contro la disoccupazione e inoccupazione per:

  • lavoratori precari,
  • lavoratori discontinui,
  • lavoratori autonomi. 

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Chiara Arroi

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