Proprio in questi giorni, un gruppo di parlamentari del PD, definendo “abnorme” la presenza mediatica di Silvio Berlusconi, ha presentato un esposto ad Agcom – Autorità garante per le telecomunicazioni. Si segnala al Garante l’esuberante protagonismo manifestato dall’ex premier nei suoi recenti interventi televisivi a scopo elettorale.
La lettera – recante i nomi di ben 15 firmatari – esige da Agcom dati e chiarimenti sulla possibile anti-democraticità di tali condotte, tenuto conto della delicata fase di riscaldamento pre-elettorale in cui sono state tenute; i richiedenti vogliono “una fotografia dettagliata e comparativa della presenza TV dei principali leader politici, che saranno impegnati nelle prossime elezioni”. E chiedono questo, in nome del diritto dei cittadini ad una conoscenza effettiva e trasparente delle alternative politiche a loro disposizione. Diritto di cui Agcom è Garante, e che l’Autorità si è impegnata a tutelare, tanto in prossimità quanto a distanza dalle urne.
Con il comunicato stampa del 20.12.2012, Agcom, infatti, oltre ad informarci della prossima approvazione del nuovo regolamento attuativo della legge sulla par condicio – che entrerà in vigore appena in tempo per l’avvio della campagna elettorale – richiama – fin da subito – le trasmissioni al rispetto dei “criteri di imparzialità, equità, completezza, correttezza, pluralità dei punti di vista ed equilibrio delle presenze dei soggetti politici” .
Tali criteri, enunciati dalla delibera n. 22/06/CSP, devono essere osservati negli spazi di informazione e approfondimento dalle emittenti radiofoniche e televisive nazionali private, nel periodo non elettorale e quindi anche prima della convocazione dei comizi elettorali.
Il nuovo regolamento, trasmesso alla Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ci dice ora – a seguito delle prescritte consultazioni – come l’Autorità Garante ha inteso tutelare il pluralismo delle visioni politiche, in occasione dell’imminente rinnovo dei due rami del Parlamento.
Intanto, sappiamo già che una norma consentirà anche a soggetti non candidati di rappresentare le liste nelle trasmissioni televisive.
Un esempio? Mario Monti potrebbe fare campagna elettorale, partecipare alle trasmissioni televisive – pur non candidato – fuori dalla sua veste di Presidente del Consiglio. Lo stesso varrà per Beppe Grillo, nella qualità di leader – anch’egli non candidato – del Movimento 5 Stelle
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