Sono andati alla conta sia i nuovi consigli delle province che, nelle aree urbani maggiori, anche i neonati organi amministrativi delle Città metropolitane, che sostituiranno le giunte provinciali nelle zone più densamente abitate.
Benché le elezioni si concludano solo il prossimo 12 ottobre, sono già numerose le popolazioni che ricadono, da oggi sotto l’egida di una nuova amministrazione provinciale, guidata dal sindaco metropolitano – nel caso delle Città più vaste – o da uno dei sindaci del territorio, nelle aree più di periferia.
Elettori ed eletti
Tra domenica 28 e lunedì 29 settembre, sono stati eletti 78 consiglieri metropolitani, espressione di 4393 tra primi cittadini e componenti delle assemblee comunali. I 6 nuovi presidenti di provincia e i rispettivi 70 consiglieri sono stati eletti da 5.718 sindaci e consiglieri comunali.
Città metropolitane
Alta affluenza in tutte le quattro aree metropolitane in cui si è votato, Bologna, Firenze, Milano e Genova. La partecipazione degli aventi diritto non è scesa, in nessuno di questi quattro casi, al di sotto dell’80%. Nelle singole circoscrizioni si sono presentate liste rappresentative delle varie fazioni politiche, che hanno ottenuto seggi in proporzione ai voti ricevuti nel segreto dell’urna.
Province
Le aree meno popolose che hanno già chiuso lo scrutinio sono Taranto, Vibo Valentia, Bergamo, Lodi, Sondrio e Ferrara: qui, l’esito è certamente più interessante poiché il presidente andava eletto a differenza del sindaco metropolitano. Ebbene, sembra che a spuntarla, in più di una occasione, siano le liste demoratiche affini al centrosinistra. Non di rado, poi, contrariamente alle attese, in cui si credeva che fossero i sindaci a essere nominati a capo della giunta, vengono eletti al vertice dei consiglieri provinciali uscenti (come nel caso di Bergamo e Lodi).
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