Ora, grazie a Cate, un’applicazione per Android – ma presto anche per iOS – nuova di zecca, l’incubo di chi approfitta della distrazione del proprio compagno per tenere d’occhio le sue comunicazioni quotidiane, avrà un nemico in più. Un avversario capace di occultare alla vista chiamate e sms “sospetti”.
Il nome, apparentemente innocuo, in realtà cela un acronimo che spiega tutto – o quasi – il potenziale dell’applicazione: “Cate”, infatti, altro non sta che per “Call And Text Eraser”, cioé il “cancellino” di chiamate e messaggini. Un nome che, per quanto completo, non rende giustizia alla versatilità del programma, il quale non solo cela agli osservatori indiscreti qualsiasi scambio con persone non troppo gradite, ma svolge anche la funzione “spia”, se installato surretiziamente nel dispositivo del partner, evidenziando così telefonate e sms “particolari”.
Una manna dal cielo per tutti i fedifraghi dello smartphone, ma anche per chi osserva silenziosamente le relazioni “tecnologiche” del proprio partner, dunque. Dunque, chi la spunta? Vince tra i due chi lo installa prima sia nel proprio telefonino che in quello del partner.
E non è tutto: anche gli stalker trovano pane per i loro denti: grazie a “Cate” è infatti possibile chiamare o bloccare chiamate e messaggi da numeri indesiderati.
Basta collegarsi allo store online “Google Play”, pagare la modica cifra di 4,11 euro e, finalmente, la vostra privacy sarà a prova di intromissioni, o, a seconda dell’uso che intenderete farne, il vostro compagno non avrà più segreti.
L’applicazione è già un caso in giro per il mondo. A crearla, singolare a dirsi, nientemeno che un poliziotto americano, il quale, dopo aver visto un parente stretto soffrire pene d’amore in Tribunale, ha pensato di mettere a punto lo “scudo spaziale” definitivo per la privacy di tutti i coniugi.
Il poliziotto ha ceduto la sua invenzione a uno studente per circa quindicimila dollari, il quale l’ha resa compatibile con tutti i telefonini che montano il sistema operativo firmato da Google, ottenendo da subito un successo strepitoso.
Anche se i dati ufficiali latitano ad arrivare, esistono delle ricerche che provano come social network e telefonini siano sempre più spesso alla base di litigi, quando non di divorzi. Il che significa: il web 2.0 porta con sé un elevato potenziale di infedeltà.
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