Presidenti delle Camere: La Russa al Senato, Fontana a Montecitorio

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Giovedì 13 ottobre è iniziata ufficialmente la XIX Legislatura. Dopo l’insediamento e la proclamazione dei nuovi parlamentari a Montecitorio e Palazzo Madama sono arrivati in tempi brevi anche i nomi dei presidenti delle Camere. Con l’ampia maggioranza ottenuta dalla coalizione di centrodestra, infatti, per i successori di Fico e Casellati sono bastati solo due giorni.

Certo, non sono mancate le tensioni: la coalizione di governo, all’apparenza compatta, è sembrata già sfaldarsi al momento dell’elezione del Presidente del Senato, con Forza Italia che non ha votato il candidato proposto da Giorgia Meloni. I voti comunque ci sono stati, anche con l’aiuto delle opposizioni, e Ignazio La Russa è stato eletto Presidente già durante il primo scrutinio. Più complicato è il caso della Camera, le cui regole per l’elezione del Presidente sono diverse, e Lorenzo Fontana, della Lega, è stato eletto solo al quarto scrutinio. Le voci dei giorni scorsi avrebbero voluto un altro leghista, Molinari, al vertice di Montecitorio, ma nella serata del 13 ottobre è emerso il nome dell’ex ministro, votato stavolta anche da Forza Italia.

Come si eleggono quindi i presidenti delle Camere? Cosa cambia per Camera e Senato? Vediamo tutte le novità.

Indice

Presidenti delle Camere: La Russa eletto al Senato

Il nuovo Presidente del Senato della Repubblica, seconda carica dello Stato dopo il Presidente della Repubblica, è Ignazio La Russa. Con 116 voti, il senatore già vice-presidente è adesso al vertice di Palazzo Madama. In passato è stato anche ministro della Difesa nel governo Berlusconi IV.

Presidenti delle Camere: Fontana eletto alla Camera dei Deputati

Al quarto scrutinio, previsto per la mattina del 14 ottobre, è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana con 222 voti. Vicesegretario federale della Lega nonché ex deputato, è stato anche ministro per la famiglia e le disabilità e ministro per gli affari europei nel governo Conte I. Conosciuto per essere un politico delle idee ultraconservatrici, si è sempre dichiarato contrario all’aborto e al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ritiene inoltre l’immigrazione come una minaccia.

Presidenti delle Camere: come si vota al Senato

Per essere eletto presidente, il candidato al Senato deve ottenere la maggioranza assoluta di tutti i senatori (104 su 206) per i primi due scrutini, o la maggioranza assoluta dei presenti al terzo scrutinio.

Se alla terza votazione non è ancora emerso un vincitore, si procede al ballottaggio tra i due candidati con più voti al terzo turno.

Il centrodestra nella XIX Legislatura può contare su ben 115 senatori. Il nome designato da Fratelli d’Italia, quello del senatore Ignazio La Russa, è stato quindi eletto al primo turno anche con un voto in più. Tuttavia, Forza Italia aveva dichiarato di votare scheda bianca, a causa di un mancata intesa sulla divisione dei dicasteri. Il voto è segreto, sono arrivati quindi dall’opposizione i voti che hanno permesso l’elezione al primo turno.

Presidenti delle Camere: le regole per i Deputati

Come anticipato, il regolamento della Camera dei Deputati prevede una diversa modalità di elezione del proprio presidente.

Al primo turno, per l’elezione del presidente si richiede la maggioranza dei 2/3 dei componenti della Camera, quindi 267 voti su 400. Il Centrodestra può contare “solo” su 237 deputati, per questo motivo un’elezione al primo turno risulta improbabile.

Al secondo e al terzo turno, invece, il presidente può essere eletto a maggioranza dei 2/3 dei votanti, schede bianche comprese. Il numero utile si riduce, ma anche in questo caso potrebbe risultare difficile che emerga il nome. Il quarto scrutinio, previsto per venerdì 14 ottobre, richiede invece la maggioranza assoluta dei presenti. La prima votazione, conclusasi alle 12.15 del 13 ottobre e con oltre 300 schede bianche, non è stata risolutiva. Fumata nera anche per la seconda e la terza votazione del pomeriggio.

Presidenti delle Camere: consultazioni e nuovo governo

Il 14 ottobre, in base a quanto detto in precedenza, è la data in cui si conoscerà il nome di entrambi i presidenti delle Camere. Solo da quel momento potranno partire le consultazioni, per cui la prima data utile potrebbe essere il 19 o il 20 ottobre.

È previsto che il presidente della Repubblica cominci con l’ex inquilino del Quirinale, per proseguire con i nuovi presidenti delle Camere e poi con i leader dei partiti in Parlamento e con i rispettivi capigruppo. Oltre ai presidenti delle Camere, quindi, occorrerà attendere che vengano eletti i capigruppo alla Camera e al Senato delle forze politiche presenti in Parlamento.

In seguito, il Presidente della Repubblica affiderà l’incarico al Presidente del Consiglio, che in questo caso con molte probabilità sarà Giorgia Meloni. Il Presidente accetterà con riserva, per poi scioglierla tornando al Quirinale e leggendo la lista dei ministri.

Gli ultimi passaggi per l’investitura ufficiale sono quelli del giuramento del Presidente e dei Ministri e la successiva fiducia in Parlamento. Vista la maggioranza ottenuta dal centrodestra e la relativa stabilità assicurata, il tutto potrebbe svolgersi in tempi brevi, con un governo operativo già intorno al 25 ottobre, ovvero a un mese esatto dalle elezioni. Per fare un paragone, dal voto del 2018 alla nomina del primo governo Conte sono trascorsi 89 giorni, riflesso dell’incertezza data dalla composizione della scorsa Legislatura.

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Alessandro Sodano

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