Nucleare, dallo iodio alle restrizioni, cosa prevede il nuovo piano italiano

Nella giornata del 10 marzo la Conferenza delle Regioni ha approvato il Piano di Sicurezza nucleare italiano aggiornato, se pur con alcune indicazioni nei confronti del Governo, soprattutto nei riguardi della iodoprofilassi.

Ovviamente non ci sono minacce imminenti, ma dopo i combattimenti che si sono tenuti nei pressi delle centrali nucleari ucraine hanno destato preoccupazione nella popolazione. Gli esperti comunque rassicurano, e dall’ISS fanno sapere che non è necessario fare scorte di iodio e soprattutto non occorre farsi prendere dal panico.

L’ultima versione del piano era datata 2010, un aggiornamento era comunque necessario a 12 anni di distanza, e questo nuovo piano è stato firmato dal Capo di Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Vediamo quindi cosa prevede il nuovo piano, come è articolato, e le indicazioni della Conferenza delle Regioni.

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Piano Sicurezza Nucleare: cosa prevede 

Il Piano Nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche è stato elaborato per la prima volta nel 1986, dopo l’incidente alla centrale di Chernobyl, tra l’altro teatro di battaglia nei giorni scorsi e attualmente in mano all’esercito russo, ed è stato ripetutamente aggiornato per adattarlo ai cambiamenti intercorsi in questi anni.

Il Piano attuale prevede tre diverse fasi, in base alla gravità dell’incidente e alla distanza dal suolo italiano:

  • entro 200 Km dai confini italiani;
  • tra 200 e 1.000 Km;
  • in territorio extraeuropeo.

Il Piano specifica poi quali sono le misure cautelative da applicarsi nella prima fase, ovvero:

  • blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente;
  • blocco della circolazione stradale;
  • misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico.

All’aumentare della distanza si riducono le misure, nella seconda fase infatti si procederebbe con:

  • controllo della filiera produttiva,
  • definizione di eventuali restrizioni alla commercializzazione di prodotti agroalimentari,
  • limitazione all’importazione di beni e derrate alimentari
  • controlli sui cittadini italiani esposti alle radiazioni al rientro nel Paese.

Piano Sicurezza Nucleare: il ruolo delle istituzioni locali

Regioni e autorità locali avrebbero un ruolo fondamentale, le prime poiché in contatto con le Asl, mentre alle autorità competenti soprattutto nel caso dell’indicazione di riparo al chiuso spetterebbe:

  • comunicare tempestivamente alla popolazione il tempo di inizio e la durata della misura;
  • restare in contatto con la popolazione fornendo le informazioni necessarie e i relativi aggiornamenti;
  • istituire modalità di contatto informativo per la popolazione (numero verde);
  • fornire istruzioni specifiche alle scuole;
  • far fronte ai bisogni primari della popolazione (cibo, acqua, assistenza sanitaria, energia, ecc.);
  • effettuare il monitoraggio delle dosi per valutarne l’efficacia;
  • coordinare l’impiego delle strutture operative dislocate sul territorio.

Piano Sicurezza Nucleare: iodoprofilassi

Si legge sul sito della Protezione Civile che “Nel caso di quantità pericolose di iodio radioattivo nell’atmosfera, le autorità per la salute pubblica possono raccomandare l’assunzione di ioduro di potassio (iodoprofilassi), in forma di compresse, che protegge la tiroide dall’assorbimento di iodio radioattivo.

In base a quanto prevede il Piano “il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione. Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo l’inizio stimato dell’esposizione.

Da evidenziare che somministrare lo iodio stabile dopo le 24 ore successive all’esposizione può causare più danni che benefici (prolungando l’emivita biologica dello iodio radioattivo che si è già accumulato nella tiroide).

La misura della iodoprofilassi è quindi prevista per le classi di età 0-17 anni, 18-40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento. Il ministro della Salute può decidere l’attivazione delle procedure per la distribuzione di iodio stabile nelle aree interessate”.

La distribuzione di ioduro di potassio a scopo di profilassi viene assicurata dal Servizio
Sanitario Regionale, secondo una pianificazione concordata tra la Regione interessata, il
Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero della Salute.

La Conferenza delle Regioni, dando il via libera al piano, ha fornito alcune indicazioni proprio riguardo alla iodoprofilassi. Di seguito le parole del Presidente Fedriga nel Comunicato stampa della Conferenza:

Rispetto alla iodoprofilassi chiediamo al Governo di facilitare la distribuzione dello iodio stabile, anche con riferimento alla sua classificazione farmacologica, e di emanare un documento attuativo integrativo che specifichi tempistiche, modalità, attività di comunicazione, soggetti coinvolti, ruoli e responsabilità.

Piano Sicurezza Nucleare: indicazioni della Protezione Civile

Nel sito istituzionale del Dipartimento della Protezione Civile sono presenti alcuni consigli da seguire in caso di rischio nucleare. La prima indicazione è che in caso di incidente occorre restare in ascolto delle autorità locali che forniranno specifiche informazioni e istruzioni in base alla natura dell’emergenza.

Nel caso venga diramato un ordine di evacuazione è importante:

  • prima di uscire, chiudere le porte e le finestre;
  • tenere chiusi i finestrini della propria auto e spento l’impianto di aerazione;
  • ascoltare la radio per avere informazioni utili.

In caso di riparo al chiuso, invece, occorrerà:

  • chiudere le porte e le finestre;
  • spegnere gli impianti di aria condizionata e tutti i sistemi di presa d’aria esterna;
  • spostarsi se possibile in ambienti seminterrati o interrati.

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Alessandro Sodano

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