Pensione in anticipo: la flessibilità dei requisiti salverà gli esodati

Redazione 05/03/14
Davvero questo sarà il mese del Jobs act? Se il presidente del Consiglio Matteo Renzi vorrà tenere fede alla parola data, allora entro fine mese dovrà arrivare in parlamento la contro riforma Fornero, che dovrebbe riscrivere le leggi sul lavoro e, sperano in molti, anche sulla pensione.

Mentre sulla sfera dell’occupazione son al lavoro i ministri Padoan e Poletti, con un piano da presentare alle parti sociali in tempi brevi, ci si interroga in quali termini la nuova proposta del governo potrà incidere sulla sfera delle pensioni e, soprattutto, della tragedia che porta il nome degli esodati.

A tutt’oggi, infatti, sono poche decine di migliaia i casi risolti di ex lavoratori rimasti senza occupazione, né trattamento previdenziale a oltre due anni dall’entrata in vigore dal decreto Salva Italia, che conteneva, al suo interno, anche la ridefinizione delle regole per andare in pensione.

La soluzione definitiva per gli esodati, però, potrebbe essere vicina: dopo la prima bocciatura del 2012, da parte della Corte dei conti, l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano è protagonista del nuovo pressing sull’esecutivo per trovare le coperture e garantire la salvaguardia per i tantissimi ancora esclusi dal welfare, e coloro che rischiano di ingrossarne le file nei prossimi mesi.

A tal proposito, è lo stesso Damiano a intervenire sul sito dell’Huffington post, invocando l’intervento diretto del premier per risolvere definitiva il problema ormai annoso, che regolarmente richiede un esborso di risorse extra alle finanze pubbliche, come avvenuto di recente in legge di stabilità.

“Renzi deve onorare l’impegno preso con i cosiddetti esodati, al fine di risolvere definitivamente questo drammatico problema sociale, e porsi l’obiettivo di modernizzare un sistema previdenziale reso troppo rigido e socialmente iniquo dalla “riforma” Fornero”. Non usa mezzi termini con il proprio segretario, nonché presidente del Consiglio, il deputato Pd, insomma: quella degli esodati è una priorità e va affrontata rapidamente.

La via di salvezza, secondo l’ex ministro, è una soltanto: reintrodurre un meccanismo di accesso straordinario alla pensione anticipata, preventivamente ai requisiti previsti per legge: “La correzione che suggeriamo è quella di inserire un criterio di flessibilità per consentire ai lavoratori di andare in pensione in un’età compresa tra i 62 e i 70 anni.”

Insomma, la soluzione prefigurata più volte dall’ex ministro Giovannini, ma mai intrapresa convintamente. Si attende la replica dell’attuale responsabile del Lavoro, Giuliano Poletti, incalzato dal pressing di un Damiano più determinato che mai.

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