Uno di seguito all’altro, infatti, sono arrivati due annunci: da una parte, la proroga del blocco agli stipendi per i dipendenti della pubblica amministrazione e, dall’altra, una nuova circolare sul tema del pagamento dei debiti accumulati nei confronti delle imprese.
Prima, è arrivata la notizia temuta dal personale statale: fino al 31 dicembre 2014, stop a ogni scatto relativo ad automatismi stipendiali e nuova contrattazione per i dipendenti pubblici. Nella fattispecie, spiega il Ministero della Funzione Pubblica, a essere sottoposti a un nuovo periodo di stop saranno non solo i trattamenti economici individuali, ma anche la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri – che comporterà anche l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali; in aggiunta, tutto fermo anche sul limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale, oltre che sui blocchi riguardanti meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico.
Insomma, un nuovo stillicidio che si abbatte sui pubblici dipendenti, proprio quando gli organici della pubblica amministrazione dovrebbero essere in riassetto dopo i primi esuberi – per la verità, inferiori agli annunci – della spending review montiana.
Oltretutto, come noto, doveva essere emanato in Consiglio dei ministri un decreto ad hoc per i precari dell’apparato statale, dalla PA stessa alla scuola, che avrebbe previsto la stabilizzazione di migliaia ancora alle prese con contratti a termine e graduatorie mai soddisfatte. Il provvedimento, però, è stato rinviato, presumibilmente al rientro dalle ferie, ma ufficialmente a data da destinarsi.
Quindi, proprio nel pomeriggio di venerdì, è stata diramata la nuova circolare sul pagamento dei debiti accumulati dal pubblico verso le imprese, sbloccati, finora, per un totale di 65 miliardi contro i 90 necessari per tappare il buco. Come noto, infatti, nel decreto lavoro di recente conversione in legge è stato inserito un emendamento che prevede il rilascio di altri 25 miliardi dopo i primi 40 garantiti dal governo Monti, appena prima di passare il testimone all’attuale esecutivo.
Il documento riguarda la ricognizione degli adempimenti di carattere non strettamente economico-finanziario posti a carico delle pubbliche amministrazioni centrali, che verrà svolta agevolando il pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili relativi a forniture, appalti e prestazioni professionali maturati entro il 31 dicembre 2012.
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