Il Senato ha dato parere positivo alla divulgazione in classe delle parole e della musica che simboleggiano l’unione della comunità nazionale, con 208 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti.
A dare battaglia, dall’emiciclo di palazzo Madama, soltanto i senatori della Lega Nord, che hanno alzato inutili barricate – vista l’ampia maggioranza – contestando la decisione dell’aula.
Niente da fare, Mameli entra in classe dalla porta principale e, con lui, viene anche istituita il 17 marzo la Giornata dell’Unità della Costituzione dell’Inno e della Bandiera.
Il compleanno dell’Unità d’Italia, dunque, diventa la data simbolo per la celebrazione della Carta fondamentale e del tricolore: simboli e principi alla base della Repubblica e dell’Italia “una e indivisibile”, con buona pace dei mugugni secessionisti.
La Lega Nord ha criticato duramente l’approvazione di una norma giudicata di stampo “retorico” e “antistorico”, ma alla fine hanno dovuto arrendersi di fronte all’unanimità degli altri partiti.
Addirittura, una decina di loro ha preferito non partecipare alla votazione in segno di protesta. Tra i voti contrari, spicca quello in solitaria della senatrice Pdl Diana De Feo.
C’è voluto un secolo, dunque, ma ora l’inno nazionale diventa parte integrante dell’educazione, riconosciuta a livello istituzionale. Sin dalla giovanissima età, da oggi, la melodia dell’orgoglio patriottico verrà innestata nella mente delle nuove generazioni.
La decisione del Parlamento è il suggello al recupero e alla rivalutazione del periodo risorgimentale, già ampiamente tornato d’interesse lo scorso anno per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità.
Ora, proprio per sviluppare il sentimento di coesione e di identità nei valori della nazione, viene sancito con tutti i crismi dell’ufficialità come una corretta educazione alla cittadinanza non possa prescindere dalle basi di comunanza che avvicinano gli italiani, a partire proprio dall’Inno di Mameli.
Già dall’anno scolastico in corso, poi, verranno adottati, all’interno degli istituti scolastici, piani didattici su “Cittadinanza e Costituzione“, con focus specifico sui moti unitari e i valori che spinsero una generazione a ribellarsi al giogo dell’occupazione plurisecolare.
Così, tutti i cittadini, nati o acquisiti, potranno comprendere, e diffondere a loro volta e nelle occasioni più disparate, sia prima di una partita di calcio o di una parata militare, a cosa si intende quando si cita “l’elmo di Scipio” e perché era importante per i patrioti “stringersi a coorte”.
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