Legge 104, licenziamento per giusta causa per chi abusa

Redazione 09/04/18
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Chi abusa dei permessi e della Legge 104 può essere licenziato per giusta causa dal datore di lavoro anche se non configura un reato. Lo ha confermato nei giorni scorsi la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 8209/2018.

Ricordiamo che l’utilizzo dei permessi legati alla Legge 104 prevede che in tali giornate il beneficiario effettui l’assistenza al parente disabile non in maniera continuativa e ritagliandosi spazi per altre attività, ovviamente senza snaturare il senso di questi permessi.

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Cosa rischia chi abusa dei permessi della Legge 104

Chi abusa dei permessi concessi dalla Legge 104, commette un reato perchè percepisce un’indennità economica, anticipata dal datore di lavoro, ma di fatto pagata dall’Inps. Commette un reato procedibile d’ufficio, anche senza la denuncia da parte del datore di lavoro.

Chiunque può segnalare l’abuso dei permessi 104 alle forze dell’ordine che dovranno aprire un fascicolo e avviare le indagini per cercare le prove della segnalazione e dell’abuso.

Per il licenziamento per giusta causa, ovvero senza preavviso, non è necessaria, così confermano i giudici della Cassazione, la reiterazione dell’abuso, vista la gravità della condotta, basta dimostrare il comportamento in malafede verso il datore di lavoro. Non è collegato all’assolvimento dal reato penale.

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I furbetti della Legge 104

Negli ultimi giorni sono stati scoperti nuovi episodi di abuso di permessi legati alla Legge 104. Presso la Regione Sicilia, il presidente Nello Musumeci ha denunciato la presenza di 2.350 dipendenti che usufruiscono dei permessi, su 13 mila dipendenti (uno su cinque). Una dirigente della Provincia di Trento è accusata dalla Procura di truffa aggravata per reiterazione dell’abuso dei permessi: le viene contestato il fatto che i giorni per accudire i il familiare siano stati utilizzati per viaggi e vacanze.

Per l’anno 2017/2018 un ‘indagine di Tuttoscuola ha rilevato che un maestro su 5 si è avvalso dei benefici della legge, per richiedere il trasferimento. Sul totale, il 90% ha richiesto il trasferimento al Sud,  in particolare, il 75% in Campania, Calabria e Sicilia.

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