Jobs Act, approvato il Decreto sulla semplificazione: tutte le novità

Redazione 07/09/15
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Il Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015 ha approvato, in via definitiva, gli ultimi 4 decreti legislativi che chiudono l’attuazione del Jobs Act, legge delega n. 183/2014. Nello specifico, i decreti legislativi riguardano:

razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini ed imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità;

– riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive;

– razionalizzazione e semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale;

– riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in deroga in costanza di rapporto di lavoro.

Oggetto di maggior dibattito sarà il decreto c.d. sulla semplificazione, a considerazione dell’impatto delle nuove norme. Numerose sono, infatti, le novità introdotte a partire dalle comunicazioni telematiche fino alla dimissioni/risoluzioni su moduli numerati, datati e scaricati dal sito del Ministero del Lavoro.

Le comunicazioni telematiche ed il LUL

Ai fini della tanto aspirata semplificazione della burocrazia, assume preminente rilievo la previsione dell’obbligo dell’invio esclusivamente telematico di tutte le comunicazioni in materia di rapporti di lavoro, collocamento mirato, tutela delle condizioni di lavoro, incentivi, politiche attive e formazione professionale, compreso il nulla osta al lavoro subordinato per i cittadini extracomunitari nel settore dello spettacolo. Bisognerà tuttavia attendere l’emanazione di un decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, che dovrebbe essere emanato entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo. Non da meno è la previsione, a decorrere dal 1° gennaio 2017 e in modalità telematica, della tenuta presso il Ministero del Lavoro del libro unico del lavoro. Competerà ad un decreto del Ministro del Lavoro, anche in tal caso, fissare le modalità tecniche e organizzative per l’interoperabilità, la tenuta, l’aggiornamento e la conservazione dei dati contenuti nel LUL.

Disposizioni in materia di rapporti di lavoro

In merito alle questioni relative alle disposizioni in materia di rapporto di lavoro, forse le più dibattute nell’ultimo periodo, i principali interventi riguardano:

– la revisione dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori relativo al controllo a distanza del lavoratore, al fine di adeguare la disciplina all’evoluzione tecnologica, nel rispetto comunque delle disposizioni in materia di privacy;

– la possibilità per i lavoratori di cedere gratuitamente ai propri colleghi i riposi e le ferie maturate, con esclusione dei giorni di riposo e di ferie minimi garantiti dalla legge, ai fini di consentire l’assistenza ai figli minori che, per le particolari condizioni di salute, necessitano di assistenza e cure costanti da parte dei genitori;

– l’introduzione con decreto ministeriale, per i lavoratori del settore privato, di ipotesi di esenzione dal rispetto delle fasce di reperibilità in caso di malattia, così come già sussiste per i lavoratori del settore pubblico;

– l’introduzione di modalità telematiche per attuare le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro mediante l’utilizzo di appositi moduli resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso il proprio sito istituzionale e la derivante nullità di qualsiasi altra forma di effettuazione di dimissioni.

Con particolare riferimento alle modifiche apportate alla Legge n. 68/1999, relativa al lavoro dei disabili, il Ministro del Lavoro Poletti ha chiarito che le correzioni approvate puntano ad accrescere la percentuale degli iscritti al collocamento obbligatorio che viene concretamente avviata al lavoro (attualmente inferiore al 3% degli iscritti), grazie ad una semplificazione della normativa e al mutamento del sistema degli incentivi. Per il Ministro, l’intento perseguito dal Governo riguardo ai controlli a distanza, è stato quello di passare ad una norma in grado di disciplinare anche l’utilizzo degli strumenti di lavoro, oltre che gli impianti fissi di videosorveglianza, sempre nel rispetto del Codice della Privacy. A ciò si aggiunge poi la chiarezza della norma circa la possibilità di ammettere, come prova di una possibile violazione disciplinare, le informazioni raccolte dal datore di lavoro con i sistemi di controllo, sempre nel rispetto dell’obbligo di informazione preventiva e congrua ai lavoratori sulle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli stessi.

La norma non prevede l’obbligo di accordo della RSA/RSU o autorizzazione preventiva della DTL competente per gli strumenti utilizzati dal lavoratore allo scopo di rendere la prestazione lavorativa e per gli strumenti di registrazione degli accessi e delle uscite. Nel caso, tuttavia, su tali strumenti vengano installate applicazioni che consentono anche il controllo dei lavoratori, gli stessi rientrerebbero nell’obbligo generale dell’accordo/autorizzazione. Infine, perseguendo la lotta alle c.d. dimissioni in bianco, il proposito vuole arrivare a dimostrare la volontà del lavoratore di dimettersi o la genuinità della risoluzione consensuale mediante l’utilizzo di un modulo numerato e datato, scaricabile dal sito ministeriale, pena l’inefficacia delle dimissioni e della risoluzione consensuale. Si delineerà poi la seconda fase, una volta entrate in vigore le norme, che sarà eseguita attraverso un sistema di monitoraggio e verifica degli esiti di ogni provvedimento emanato.

Redazione

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