INPS: Aumentano assunzioni a tempo indeterminato

Paolo Ballanti 31/05/18
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Prosegue il balzo in avanti delle assunzioni a tempo indeterminato. A segnalarlo l’Inps con il suo Osservatorio sul precariato, aggiornato con i dati di Marzo 2018 derivanti dai flussi UNIEMENS che i datori e gli intermediari mensilmente inviano all’Istituto.

Nei primi tre mesi dell’anno le assunzioni ex novo a tempo indeterminato hanno segnato un +5% rispetto allo stesso periodo del 2017, attestandosi a 344 mila unità.

Forte incremento per le stabilizzazioni a tempo indeterminato di dipendenti già in forza con un contratto a termine: +73% rispetto al trimestre dell’anno scorso equivalenti a 51 mila rapporti.

L’aumento di dipendenti a tempo indeterminato è tuttavia legato solo in minima parte alle agevolazioni contributive di recente introduzione (esonero strutturale, incentivo assunzione iscritti a Garanzia Giovani ed incentivo Occupazione Mezzogiorno). Stando ai dati Inps, nel primo trimestre 2014 il numero di rapporti incentivati (assunzioni e trasformazioni) risultava pari al 25% del totale, passando al 58% nel 2015 (complice l’esonero triennale del 100% dei contributi), per poi diminuire nel 2016 (44%) e nel 2017 (27%), segnando il record negativo proprio nel 2018 (22%).

Se si escludono le trasformazioni, le assunzioni a tempo indeterminato (compreso l’apprendistato), nel primo trimestre 2018 sono state 548 mila: di queste quelle agevolate risultano 126 mila. In appena 23 mila casi si è applicato l’esonero strutturale per i giovani.

Anche in tema di apprendistato le agevolazioni contributive, che si ricorda possono essere riconosciute anche in caso di conferma a tempo indeterminato, non hanno ancora sortito l’effetto sperato se si considera che le stabilizzazioni rispetto al primo trimestre 2017 sono calate del 19% (17 mila contro le 21 mila dell’anno scorso). In controtendenza le attivazioni di rapporti di apprendistato con un aumento del 18,6%

Cattura l’attenzione il consistente incremento di contratti di lavoro intermittente (o job on call) passati dai 21 mila di Gennaio 2017 ai 41 mila di quest’anno, con un +51,9% su base trimestrale (125 mila unità). Un dato che è destinato ad aumentare soprattutto nei periodi estivi, considerando che ai pubblici esercizi (stabilimenti balneari e ristoranti) è concesso attivare rapporti di job on call con il personale di sala e di cucina senza alcun limite di età. Escluso anche il rispetto delle 400 giornate di effettivo lavoro nell’arco di tre anni solari.

Sempre sui job on call, anche il saldo annualizzato (cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) è positivo di 116 mila unità. Come il dato sui contratti a termine attestatosi a +339 mila rapporti. Continua invece il saldo negativo dei rapporti a tempo indeterminato (-62 mila), nonostante i dati positivi dell’ultimo trimestre, sintomo che il ritorno del “posto fisso” è ancora lento.

L’Inps segnala poi che nel primo trimestre 2018 le imprese che hanno creato più posti di lavoro sono state quelle fino a 15 dipendenti, con un aumento del 23% rispetto all’anno passato, pur se determinato da un forte incremento dei contratti a termine, intermittenti e stagionali.

Un dato quest’ultimo che, considerando le caratteristiche del tessuto produttivo italiano formato in larghissima parte da piccole e medie imprese, non sorprende più di tanto ma è al tempo stesso un segnale che le aziende stanno ricominciando a creare occupazione sia pure facendo ricorso soprattutto a contratti “precari”. I numeri dimostrano che le preoccupazioni sulle prospettive di lungo periodo sono ancora un freno alla creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato.

Paolo Ballanti

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