Tra le varie misure approvate nel Decreto Lavoro 2023 convertito in legge, c’è l’aumento della soglia esentasse per i fringe benefit 2023 fino a 3mila euro per tutto il 2023. Ma non per tutti. La misura è una riproposizione di quanto era stato previsto per il 2022 dal Decreto Aiuti quater, e che può portare all’innalzamento della busta paga dei lavoratori dipendenti e all’aumento del potere d’acquisto. Nella versione 2023 però questo aiuto è riservato a una platea specifica di dipendenti: quelli con figli.
Non si applica quindi a tutti i lavoratori: l’articolo 40 del Decreto Lavoro circoscrive l’ambito dei beneficiari esclusivamente ai lavoratori dipendenti che abbiano nel loro nucleo figli a carico. I lavoratori in questione dovranno fornire una dichiarazione al datore di lavoro in cui attestano di avere diritto alla misura, presentando anche il codice fiscale dei figli.
Vediamo in dettaglio come cambia la busta paga dei lavoratori dipendenti con figli a carico con la nuova misura di welfare aziendale.
Indice
Fringe benefit in busta paga: cosa sono
Il datore di lavoro, oltre all’erogazione della retribuzione in denaro, può riconoscere al lavoratore, al coniuge o ai familiari fiscalmente a carico, una serie di beni e servizi, eventualmente prodotti dalla stessa azienda. In questi casi si parla di “retribuzione in natura”.
I beni e servizi, in particolare, possono essere assegnati a determinate categorie di lavoratori ovvero a singoli dipendenti (i cosiddetti “fringe benefit”).
Questi fringe benefit, di norma, rappresentano:
- Vantaggi aggiuntivi rispetto alla mera retribuzione;
- Un’attribuzione per la particolare mansione assegnata al dipendente
Per fare alcuni esempi, rappresentano misure di welfare aziendale:
- Abitazione, autovettura, cellulari, borse di studio, buoni carburante;
- Vantaggi di natura finanziaria, come prestiti agevolati o partecipazione agli utili.
Tutta la normativa sui rapporti di lavoro dipendente è esplicata compiutamente nel volume “Il Lavoro subordinato“.
Consigliamo anche il libro “Paghe e contributi 2023”, come guida utile per l’elaborazione e la comprensione della busta paga 2023. Sono approfonditi tutti i passaggi necessari per l’elaborazione del cedolino e dei vari adempimenti connessi. In queste pagine viene spiegata, anche con l’uso di schemi e tabelle, la determinazione degli importi spettanti ai dipendenti, calcolando malattia, maternità, infortunio, liquidazione del TFR ecc. che possono verificarsi nello svolgimento del rapporto di lavoro, e calcolando anche i contributi previdenziali e le ritenute fiscali.
Fringe benefit in busta paga: come vengono tassati
In generale, la retribuzione in natura è soggetta a contributi Inps e tassazione Irpef in base al valore normale dei beni e servizi ceduti dal datore di lavoro. Per “valore normale” si intende il prezzo o il corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza ed al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo più prossimi.
Fanno eccezione a quest’ultima regola, tra gli altri, i beni e servizi di modico valore, disciplinati all’articolo 51, comma 3 del TUIR.
La norma stabilisce infatti che “non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000” che, convertite in euro, equivalgono a 258,23 euro.
Il lavoro subordinato
Il volume analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile (con la sola eccezione delle regole relative al licenziamento e alle dimissioni). L’opera è stata realizzata pensando al direttore del personale, al consulente del lavoro, all’avvocato e al giudice che si trovano all’inizio della loro vita professionale o che si avvicinano alla materia per ragioni professionali provenendo da altri ambiti, ma ha l’ambizione di essere utile anche all’esperto, offrendo una sistematica esposizione dello stato dell’arte in merito alle tante questioni che si incontrano nelle aule del Tribunale del lavoro e nella vita professionale di ogni giorno. L’opera si colloca nell’ambito di una collana nella quale, oltre all’opera dedicata alla cessazione del rapporto di lavoro (a cura di C. Colosimo), sono già apparsi i volumi che seguono: Il processo del lavoro (a cura di D. Paliaga); Lavoro e crisi d’impresa (di M. Belviso); Il Lavoro pubblico (a cura di A. Boscati); Diritto sindacale (a cura di G. Perone e M.C. Cataudella). Vincenzo FerranteUniversità Cattolica di Milano, direttore del Master in Consulenza del lavoro e direzione del personale (MUCL);Mirko AltimariUniversità Cattolica di Milano;Silvia BertoccoUniversità di Padova;Laura CalafàUniversità di Verona;Matteo CortiUniversità Cattolica di Milano;Ombretta DessìUniversità di Cagliari;Maria Giovanna GrecoUniversità di Parma;Francesca MalzaniUniversità di Brescia;Marco NovellaUniversità di Genova;Fabio PantanoUniversità di Parma;Roberto PettinelliUniversità del Piemonte orientale;Flavio Vincenzo PonteUniversità della Calabria;Fabio RavelliUniversità di Brescia;Nicolò RossiAvvocato in Novara;Alessandra SartoriUniversità degli studi di Milano;Claudio SerraAvvocato in Torino.
A cura di Vincenzo Ferrante | Maggioli Editore 2023
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Fringe benefit 2023: esentasse fino a 3mila euro
E qui entra in gioco la misura del Decreto Lavoro. L’articolo 40 della Legge prevede che, “Limitatamente al periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, prima parte del terzo periodo, del Testo unico delle imposte sui redditi” non concorrono a formare il reddito, entro il limite massimo di 3 mila euro:
– il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli;
– le somme rimborsate o erogate agli stessi per le utenze domestiche, quindi per le bollette.
Sono compresi tutti i figli all’interno del nucleo: quelli nati fuori del matrimonio riconosciuti, nonché i figli adottivi o affidati. Si ricorda che, ai sensi dell’articolo 12, comma 2, del già citato TUIR, sono da considerarsi a carico i membri della famiglia che nel 2022 hanno totalizzato un reddito complessivo:
- Uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;
- Uguale o inferiore a 4.000,00 euro per figli di età non superiore a 24 anni.
Restano fuori dalla soglia dei 3mila euro i lavoratori senza figli a carico, per i quali resta il limite esentasse 258,23 euro.
Fringe benefit esentasse fino a 3mila euro: bollette comprese
Nel Decreto Lavoro 2023 si legge che, oltre ai beni ceduti e ai servizi prestati dal datore di lavoro, rientrano nella soglia dei 3mila euro anche le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.
L’estensione al pagamento delle bollette non è una novità: questa era stata prevista dal Decreto Aiuti bis e poi innalzata dal Decreto Aiuti quater per il 2022. Sulla questione si era anche espressa l’Agenzia delle Entrate, che nella Circolare numero 35/E del 4 novembre 2022 aveva fornito alcuni chiarimenti.
Per avere una panoramica di tutte le novità e misure introdotte con il Decreto Lavoro, consigliamo l’E-book “Decreto Lavoro 2023.
Innanzitutto, si legge nella Circolare AE che con utenze domestiche ci si riferisce a quelle che riguardano “immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti, sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio, a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese”.
Sono peraltro comprese le utenze per uso domestico:
- Intestate al condominio, ripartite fra i condomini (per la quota rimasta a carico del singolo condomino);
- Intestate al proprietario dell’immobile (locatore), se nel contratto di locazione è prevista espressamente una forma di addebito analitico e non forfetario a carico del lavoratore (locatario) del coniuge o dei familiari, sempre che tali soggetti sostengano effettivamente la relativa spesa.
Inoltre, l’Agenzia delle Entrate aveva chiarito che la giustificazione di spesa può essere rappresentata anche da più fatture ed è valida nonostante il documento sia intestato ad una persona diversa dal lavoratore dipendente, purché “sia intestata al coniuge o ai familiari indicati nell’articolo 12 del TUIR o, a certe condizioni (ossia in caso di riaddebito analitico), al locatore”.
Da ultimo, l’Agenzia ha stabilito che in assenza di ulteriori limiti soggettivi, possono beneficiare della misura in parola i titolari di:
- Redditi di lavoro dipendente;
- Redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, si pensi, ad esempio, ai collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.).
Fringe benefit in busta paga fino a 3mila euro: dichiarazione del dipendente
Il Decreto Lavoro, introducendo l’ulteriore requisito dei figli a carico, dispone che per attestare il possesso del requisito in questione il lavoratore dipendente debba consegnare al datore di lavoro una dichiarazione contenente anche il codice fiscale dei figli.
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