Sembra incredibile, eppure questo divieto, posto nel XIX secolo, è rimasto in vigore intatto ed illeso fino al 2013, e prevedeva che le donne richiedessero una specifica autorizzazione per indossare,per provati motivi medici, i pantaloni. Restavano escluse dal divieto le tenute da equitazione e da bicicletta, per ovvie ragioni logistiche.
E Coco Chanel allora? La stilista emblema dell’eleganza e della creatività francese divenne famosa per l’introduzione di uno stile rivoluzionario in chiave sportiva e casual chic fatto di tessuti morbidi come il jersey e il tricot e di modelli comodi, come gonne lunghe e pantaloni, per l’appunto. Insomma, è come se nell’Inghilterra di Mary Quant si fossero vietate le minigonne!
Eppure i francesi sono stati da sempre attenti all’abbigliamento e gli hanno attribuito un grande ruolo: basti pensare ai sanculotti, che identificavano il loro ruolo nella società e il loro essere rivoluzionari con la loro tenuta fatta di pantaloni da lavoro e senza culotte, distinguendosi così dalla nobiltà e dall’alta borghesia.
E’ chiaro che la norma sia stata ignorata e tacitamente non applicata fino ai nostri giorni, ma è strano come non si sia percepita la sua portata simbolica e sia stata mantenuta, quasi come un elemento curioso e di colore, nell’ordinamento francese. Da adesso però la regola, ormai desueta, è stata ufficialmente e formalmente abrogata perché in contrasto con i valori francesi e in particolare con quello della parità tra i sessi; quindi nessuna donna francese con indosso dei pantaloni vivrà più, almeno formalmente, nell’illegalità.
Meglio tardi che mai!
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