Figli disabili: tutele e diritti per genitori – caregiver nel 2023

Paolo Ballanti 24/02/23
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La normativa italiana riconosce l’importante ruolo svolto da genitori e familiari di persone con disabilità, chiamati ad assistere materialmente e a sostenere le spese (non solo mediche) necessarie alla vita quotidiana, sociale e lavorativa di quanti sono portatori di handicap.

Le agevolazioni sono dirette essenzialmente a facilitare la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro per coloro che prestano assistenza, soprattutto grazie all’accesso al lavoro agile, all’esenzione dal lavoro notturno oltre ad una serie di permessi e congedi retribuiti dall’Inps; ridurre il carico fiscale in ragione delle spese sostenute per il mantenimento o comunque nell’interesse del familiare con disabilità.

Si parla quindi di garantire particolari tutele e diritti sia sul lavoro sia in ambito fiscale, ai soggetti (caregiver e genitori compresi) che si prendono cura di persone affette da disabilità. In questi paragrafi passiamo in rassegna le tutele 2023.

Indice

Diritti genitori figli disabili: i permessi retribuiti

Genitori di figli disabili e caregiver in generale hanno diritto a godere di permessi retribuiti, necessari a prendersi cura del soggetto fragile a carico. Si tratta di una tutela legata alla Legge 104. Vediamo le distinzioni tra genitori e caregiver.

GENITORI

I genitori di figli con handicap in situazione di gravità hanno diritto ad una serie di permessi retribuiti, previsti dalla Legge numero 104/1992.

L’handicap grave, accertato dalla competente commissione medico – legale istituita presso l’ASL, ricorre quando la minorazione, singola o plurima, riduce l’autonomia personale dell’interessato, collegata all’età, tale da rendere necessaria un’assistenza permanente, continuativa e globale

Nello specifico, i genitori, fino ai tre anni di età del figlio hanno diritto, in alternativa:

  • Al prolungamento del congedo parentale, fruibile in misura continuativa o frazionata, per un periodo massimo complessivamente non eccedente i tre anni (compresi i periodi di congedo previsti per la generalità dei genitori) da godere entro il compimento del dodicesimo anno di vita del bambino;
  • Due ore di permesso giornaliero;
  • Tre giorni di permesso mensili, anche continuativi

Con riferimento ai figli dai tre ai dodici anni il padre o la madre possono scegliere tra, in alternativa:

  • Prolungamento del congedo parentale come sopra descritto;
  • Tre giorni mensili di permesso, anche continuativi

Per i figli di età pari o superiore a dodici anni, i genitori hanno diritto ai tre giorni mensili di permesso, anche continuativi.

CAREGIVER

I lavoratori caregiver familiari di persona con handicap in situazione di gravità, hanno diritto ai tre giorni mensili di permesso retribuiti, anche continuativi:

  • Coniuge o parte dell’unione civile;
  • Convivente di fatto;
  • Parenti e affini entro il secondo grado.

Il diritto ai permessi è esteso anche a parenti e affini entro il terzo grado, se i genitori, il coniuge, la parte dell’unione civile o il convivente di fatto:

  • Hanno compiuto 65 anni;
  • Sono anch’essi affetti da patologie invalidanti a carattere permanente;
  • Sono deceduti o mancanti per assenza naturale, giuridica o per situazioni di assenze continuative, giuridicamente assimilabili alle precedenti e certificate dall’autorità giudiziaria o dalla pubblica autorità.

Retribuzione a carico dell’Inps

Il diritto a fruire dei permessi spetta previa domanda dell’interessato all’Inps.
L’Istituto stesso si fa carico del trattamento economico per le ore di assenza, con anticipo delle somme in busta paga da parte del datore di lavoro.

Diritti genitori figli disabili: scelta sede di lavoro

I familiari aventi diritto ai permessi mensili possono scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere e non possono essere trasferiti senza il loro consenso ad altra sede.

Diritti genitori figli disabili: congedo straordinario

I dipendenti familiari di persona gravemente disabile hanno diritto, secondo l’ordine di priorità di seguito descritto, ad inoltrare apposita domanda all’Inps per assentarsi dal lavoro in congedo straordinario, per gravi e documentati motivi familiari:

  • Coniuge o parte dell’unione civile convivente, convivente di fatto;
  • Genitori naturali, adottivi o affidatari, in caso di mancanza, decesso, presenza di patologie invalidanti del coniuge, della parte dell’unione civile o del convivente di fatto;
  • Figlio convivente, in caso di mancanza, decesso o patologie invalidanti dei genitori;
  • Fratelli o sorelle conviventi, a seguito di mancanza, decesso o patologie invalidanti dei figli;
  • Parenti o affini entro il terzo grado conviventi, per mancanza, decesso o patologie invalidanti di fratelli o sorelle

Il congedo, previa domanda all’Inps, spetta per un periodo continuativo o frazionato di due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa del richiedente per ciascun soggetto disabile.

Il trattamento economico dovuto per i periodi di assenza è a carico dell’Istituto. Le somme in questione vengono anticipate in busta paga da parte del datore di lavoro.

Diritti genitori figli disabili: permessi non retribuiti

I soggetti che usufruiscono del congedo straordinario, per un periodo continuativo non superiore a sei mesi, hanno diritto di fruire di permessi non retribuiti in misura pari al numero dei giorni di congedo ordinario che avrebbero maturato nello stesso arco di tempo lavorativo.

Diritti genitori figli disabili: lavoro notturno

La normativa (Decreto legislativo numero 66/2003) dispone che non sono obbligati a prestare lavoro notturno la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile.

Diritti genitori figli disabili: smart working

Le aziende sono tenute a riconoscere priorità alle richieste di esecuzione dell’attività lavorativa in modalità agile, formulate da lavoratori e lavoratrici con figli in condizioni di disabilità, senza limiti di età. 

Per approfondire il tema delle tutele delle persone invalide, disabili e fragili, i diritti dei titolari di legge 104 nei confronti dei datori di lavoro, consigliamo il libro “Legge 104 e rapporto di lavoro” (visualizzabile e acquistabile qui sotto). Le sue pagine sono una guida pratica sull’applicazione della Legge n. 104/1992, che disciplina i diritti per l’integrazione sociale, per assicurarne l’assistenza e la tutela e per l’inserimento nel campo della formazione professionale e nell’ambiente di lavoro.

Vengono esaminati gli aspetti relativi al rapporto di lavoro e a quelli previdenziali e analizza le agevolazioni fiscali in favore delle suddette categorie di soggetti, alla luce degli ultimi importanti aggiornamenti introdotti dalla normativa e dalla prassi di settore (Circolari INPS e Agenzia delle entrate), supportando la disamina con i riferimenti giurisprudenziali più recenti e collegando i vari adempimenti alla modulistica ministeriale e ai facsimile che li riguardano.

Diritti genitori figli disabili: assegno unico maggiorato

I genitori con figli disabili a carico hanno diritto anche a una maggiorazione rispetto al normale importo dell’Assegno unico e universale. Si tratta di un sussidio che tutte le famiglie con figli possono chiedere allo stato. Gli importi cambiano in base alla composizione del nucleo familiare e all’Isee.

Non solo però. Esistono anche una serie di maggiorazioni in base alla propria situazione familiare, tra cui il sussidio maggiorato per famiglie con figli disabili

Scopri qui gli importi maggiorati dell’Assegno unico in caso di disabilità

Bonus genitori con figli disabili, 150 euro mensili

Dal 1° febbraio al 31 marzo 2023 sarà possibile fare domanda per ricevere, anche quest’anno, il bonus genitori con figli disabili istituito dalla Legge di Bilancio 2021. Si tratta di un contributo per genitori disoccupati o monoreddito, facenti parte di nuclei familiari monoparentali, con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento.

L’importo del sussidio, erogato dall’Inps, è di 150 euro mensili. Per i genitori con due o più figli a carico, in possesso di una disabilità non inferiore al 60%, il contributo è pari, rispettivamente, a 300 euro e a 500 euro mensili complessivi che rappresentano l’importo massimo erogabile.

Diritti genitori figli disabili: Ape sociale e Opzione donna

Chi assiste una persona disabile (e quindi in special modo i genitori di figli disabili) ha diritto ad uscire prima da lavoro, rispetto alla normale normativa pensionistica. Nel 2023 la pensione anticipata in questi casi è rappresentata da due meccanismi: Ape sociale e Opzione donna.

APE SOCIALE

Nell’ambito delle misure di accesso anticipato alla pensione, Ape sociale può essere conseguita, fino al 31 dicembre 2023, dai lavoratori residenti in Italia, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata, che alla data di accesso al trattamento:

  • Hanno compiuto almeno 63 anni di età;
  • Hanno cessato l’attività lavorativa;
  • Non sono titolari di un trattamento pensionistico diretto;

ed altresì si trovano, in alternativa, in una delle quattro condizioni prescritte dalla legge:

  • Stato di disoccupazione;
  • Caregivers;
  • Capacità lavorativa ridotta;
  • Lavoratori impegnati in attività gravose.

Con riferimento ai caregiver è richiesta:

  • Anzianità contributiva pari o superiore a trent’anni;
  • Assistenza, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, a coniuge, persona in unione civile o parente di primo grado convivente in situazione di gravità, ovvero un parente / affine di secondo grado convivente, se i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità hanno compiuto settant’anni ovvero sono anch’essi affetti da patologie invalidanti, sono deceduti o mancanti.

Previa domanda all’Inps, l’Ape sociale è corrisposta in quote mensili per dodici mensilità, pari all’importo corrispondente quello della rata mensile della pensione di vecchiaia, calcolata al momento della richiesta.

L’indennità:

  • Non può in ogni caso superare l’importo mensile di 1.500,00 euro lordi (non soggetti a rivalutazione né ad integrazione al trattamento minimo);
  • Decorre dal primo giorno del mese successivo la presentazione della domanda di accesso sino all’età prevista per il pensionamento di vecchiaia ovvero sino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.

OPZIONE DONNA

Il trattamento pensionistico anticipato Opzione donna è riservato alle lavoratrici, appartenenti a determinate categorie, che, oltre ad optare per il calcolo della pensione con il sistema contributivo, entro il 31 dicembre 2022, hanno totalizzato:

  • Un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni;
  • Un’età anagrafica non inferiore a 60 anni, ridotta a 59 anni con un figlio ed a 58 anni con due o più figli.

Per accedere ad Opzione donna (previa domanda all’Inps) è altresì necessario, in alternativa:

  • Essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy;
  • Avere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%;
  • Prestare assistenza a familiari con handicap.

Con riferimento a quest’ultima categoria, per quanto di nostro interesse, il pensionamento anticipato spetta a chi assiste, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ovvero un parente o affine di secondo grado convivente, se i genitori o il coniuge della persona con handicap grave hanno compiuto i 70 anni di età ovvero sono anch’essi affetti da patologie invalidanti, deceduti o mancanti.

Diritti genitori figli disabili: incentivi fiscali

L’attenzione della normativa a quanti sono genitori o assistono persone con handicap si estende anche al campo fiscale, grazie ad una serie di misure volte a ridurre il carico di Irpef, Iva ed altri tributi, a beneficio di chi sostiene la spesa ed ha fiscalmente a carico la persona con disabilità.

Ci riferiamo in particolare a queste tutele fiscali:

  • Detrazione Irpef per l’acquisto di mezzi di locomozione, pari al 19% su una spesa massima di 18.075,99 euro;
  • Iva ridotta al 4% per l’acquisto di autovetture nuove o usate entro determinati limiti di cilindrata;
  • Esenzione permanente dal pagamento del bollo auto;
  • Esenzione dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà degli autoveicoli;
  • Deducibilità dal reddito delle spese mediche generiche e di assistenza specifica;
  • Detrazione Irpef pari al 19% per le spese sanitarie e per l’acquisto di mezzi di ausilio, eccedenti la franchigia di 129,11 euro (la franchigia non opera con riferimento a talune spese, ad esempio il trasporto in ambulanza della persona con disabilità);
  • Detrazione Irpef pari al 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza della persona con disabilità nel compimento degli atti della vita quotidiana (la detrazione dev’essere calcolata su un ammontare di spesa non superiore a 2.100 euro, in presenza di un reddito complessivo del contribuente non eccedente i 40 mila euro);
  • Iva ridotta al 4% per l’acquisto di mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione e al sollevamento delle persone con disabilità;
  • Detrazione Irpef al 19% ed aliquota Iva agevolata al 4% per l’acquisto di sussidi tecnici ed informatici volti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione delle persone con disabilità;
  • Detrazioni fiscali per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche;
  • Detrazione per interventi di ristrutturazione edilizia.
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(Foto di copertina: istock/Zinkevych)

Paolo Ballanti