Quella di pubblicazione delle schede è l’ultima, grande opera preparatoria svolta dalla macchina statale, che è partita dai primi di gennaio con la consegna dei simboli.
Proprio la messa a deposito dei contrassegni è l’atto preparatorio per eccellenza per scoprire quali siano i marchi accolti o meno. Come noto, la cernita è tutt’altro che semplice, basti pensare che quest’anno al ministero ne sono arrivati 215 in prima battuta.
Una volta portata a termine l’analisi sui simboli, compresi rigetti e ricusazioni, scatta l’ora delle liste di candidati relative ai singoli loghi, affinché a ciascuno di essi venga riconosciuta la patente di legittimità a correre alle elezioni.
Naturalmente, ogni regione presenta dei simboli differenti, poiché non tutte le forze politiche si sono presentate in ciascuna porzione territoriale. Certamente, però, in tutti i seggi saranno presenti quelle che andranno per la maggiore e che raccoglieranno la stragrande maggioranza delle preferenze dalla Val d’Aosta a Lampedusa.
A produrre materialmente le schede, sono l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e alcune aziende selezionate dallo stesso ente statale e dalle singole Prefetture.
Come al solito, le schede del Senato saranno di colore giallo, mentre quelle della Camera presenteranno il colore rosa. L’ordine in cui i simboli sono raffigurati, deriva dal sorteggio svolto tra l’accoglimento definitivo dei simboli e la stampa finale.
Ogni scheda è suddivisa in 4 sezioni principali, partendo dall’alto, che vengono usate per la stampa dei singoli marchi di lista, ordinati da sinistra a destra – anche qui, decisivo l’esito di singoli sorteggi, sia tra le singole coalizioni che tra le singole liste apparentate. In ogni caso, è facile distinguere le liste tra loro collegate, in quanto i simboli delle stesse sono affiancati entro un medesimo riquadro, in linea orizzontale, all’interno di un riquadro più ampio.
Il numero massimo di loghi presenti su ciascuna riga non può mai superare le dieci unità, a meno che una singola coalizione non presenti tra i propri alleati una serie di oltre 10 simboli. Laddove la proliferazione dei simboli lo renda necessario, è presente anche la quinta colonna.
Presentiamo, dunque, le schede elettorali che saranno consegnate agli elettori dell’Emilia-Romagna, che raccolgono un buon numero di simboli (23 solo alla Camera) sicuramente rappresentativo di quelli che figureranno in tutte le schede d’Italia.
Scorrendo la scheda della Camera (rosa) da sinistra verso destra dell’elettore, vediamo come la posizione più in alto sia occupata dal simbolo Fiamma Tricolore, mentre la seconda riga è appannaggio della sola coalizione berlusconiana con i suoi 7 simboli, che in alcune aree del Paese arrivano addirittura a 13.
Quindi, nella terza linea, troviamo alcuni simboli non apparentati, come “Io amo l’Italia”, Forza nuova, Rivoluzione civile, Fare per fermare il declino, il Partito Comunista dei Lavoratori e la coalizione di centrosinistra Centro democratico, Pd, Sel. Quindi, seguono il Movimento 5 Stelle e i Radicali, entrambi non coalizzati.
Infine, la scheda si chiude con il simbolo di Casa Pound, che precede il Partito repubblicano e, ultima, la coalizione montiana con Scelta civica, Udc e Fli.
Passando, invece alla scheda del Senato (gialla), l’ordine è quasi totalmente invertito e le righe sono soltanto tre. In vetta, appare Forza Nuova, seguita da Scelta civica, Fare e dalla coalizione di Bersani.
Nella fila di mezzo, anche qui, appare la sola coalizione di centrodestra (La Destra, lega Nord, Fratelli d’Italia, Pdl, Mir). Quindi, nella parte bassa della scheda, seguono Pri, Magdi Allam, MoVimento 5 Stelle, Fiamma Tricolore, PCDL, Radicali e Rivoluzione civile.
Guarda la scheda elettorale della Camera alle elezioni politiche 2013
Guarda la scheda elettorale del Senato alle elezioni politiche 2013
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