Durc retrodatato, quando richiederlo e le date di riferimento

Redazione 07/08/13
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Per la riscossione dei debiti della pubblica amministrazione, il Durc da esibire deve fare riferimento alla data di contrazione dell’insolvenza. Lo specifica una nota dell’Inail, del 31 luglio scorso, nella quale si chiarisce che, per le imprese che si apprestano a riscuotere il dovuto dopo mesi di debiti contratti dalla PA, si dovrà dimostrare la regolarità contributiva entro il giorno a cui risale la quota non saldata.

Allo stesso modo, varrà sempre come riferimento il medesimo termine temporale per la messa in regola e l’intervento sostitutivo a opera della stazione appaltante, qualora risultino inadempienze di tipo contributivo.

Come noto, infatti, la recente disciplina sul saldo dei debiti della Pubblica amministrazione, ha visto coprire una somma complessiva – fino a oggi – di oltre 60 miliardi di euro, per opera dei due provvedimenti che ne hanno sbloccati, rispettivamente, 40 e poi altri 25 con un emendamento degli ultimissimi giorni al decreto lavoro-Iva.

Tra le misure introdotte, è stato varato il cosiddetto Durc retrodatato, che dovrebbe facilitare le operazioni di riscossione da parte dei privati in attesa da lungo tempo di vedere saldati finalmente i vuoi lasciati dagli enti pubblici. Questo strumento consentirebbe, infatti, di dimostrare anche anteriormente alla data del rilascio, la regolarità contributiva dell’azienda che chiede di essere saldata per prestazioni, opere o servizi realizzati per conto di un’amministrazione o ente dell’apparato statale.

Saranno quattro i casi in cui sarà possibile avvalersi del Durc retrodatato: in caso di stato di avanzamento lavori in riferimento a lavori pubblici in essere, oppure per la semplice liquidazione conclusiva sempre su lavori pubblici, o, ancora, sull’emissione dell’ordinativo su forniture o servizi o, da ultimo, in caso di contratti pubblici di forniture e servizi in economia con affidamento diretto.

Secondo la Road map tracciata dal Ministero dello Sviluppo economico, quindi, è scaduta lo scorso 30 giugno, relativamente ai primi 40 miliardi, la possibilità di comunicare i destinatari dei fondi messi a disposizione dallo Stato, oltre al relativo importo da versare e la data limite entro cui provvedere al pagamento.

Dunque, anche in caso di presenza di stazioni appaltanti o di enti che entreranno in causa per assicurare il pagamento promesso dall’amministrazione che aveva assegnato il bando alla ditta insoluta, sarà la stessa Inail a prendersi in carico di richiamare l’eventuale azienda che non abbia rispettato i suoi obblighi contributivi entro la data in cui la fattura è stata emessa.

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