Nuovo Decreto Sicurezza Urbana: ecco i nuovi poteri dei sindaci e cosa si rischia

Redazione 15/02/17
Scarica PDF Stampa
Riscuote successo il nuovo Decreto Legge in materia di sicurezza urbana. Il 10 febbraio scorso infatti il Consiglio dei Ministri, riunendosi, ha approvato il testo riguardante disposizioni urgenti a tutela della sicurezza delle città. La novità consiste nella classificazione della sicurezza urbana come bene pubblico.

Nuovo Decreto Sicurezza Urbana: cosa si rischia?

A tutela dello stesso, sembra che si stia sviluppando un modello trasversale e integrato tra i diversi livelli di governo mediante la sottoscrizione di appositi accordi tra Stato e Regioni e l’introduzione di patti con gli enti locali. Niente “sindaci-sceriffi“, dunque, in quanto la competenza sulle questioni di ordine pubblico rimane in capo alle forze dell’ordine; tuttavia, si valorizzerà il contributo apportabile da parte dei primi cittadini, conoscitori delle peculiari esigenze del territorio, anche attraverso le ordinanze contingibili e urgenti.

Si prevedono, in particolare, forme di cooperazione rafforzata tra i prefetti e i Comuni dirette a incrementare i servizi di controllo del territorio e a promuovere la sua valorizzazione e sono definite, anche mediante il rafforzamento del ruolo dei sindaci, nuove modalità di prevenzione e di contrasto all’insorgere di fenomeni di illegalità quali, ad esempio, lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il commercio abusivo e l’illecita occupazione di aree pubbliche, nonché gli atti vandalici.

Nuovo Decreto sicurezza: quali sono i nuovi poteri dei sindaci?

Contestualmente, è previsto un inasprimento dell’ apparato sanzionatorio ammnistrativo,  con scopi preventivi: in questo modo, infatti, si tenterà di arginare fenomeni di criticità sociale suscettibili di determinare un’influenza negativa sulla sicurezza urbana, anche in relazione all’esigenza di garantire la libera accessibilità e fruizione degli spazi e delle infrastrutture delle città. A questo proposito, sarà introdotta la possibilità di imporre il divieto di frequentazione di determinati pubblici esercizi e aree urbane ai soggetti condannati per reati di particolare allarme sociale.

Per evitare che il decreto legge si trasformi in un mero trasferimento di deleghe, sarà necessario implementare le risorse a disposizione perché gli enti locali si dotino degli strumenti idonei a combattere i diversi fenomeni che minacciano la sicurezza urbana.

Volume consigliato:

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento