Decreto sblocca Italia, spunta l’Iva agevolata per chi ristruttura

Redazione 21/10/14
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Finalmente in aula lo Sblocca Italia. Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri nell’ormai lontano 29 agosto scorso, è approdato alla Camera dopo diverse settimane di stand-by. E arriva già la prima, importante modifica: scende l’Iva per le ristrutturazioni.

Mentre si appresta al varo anche la tormentata legge di stabilità 2015, di cui ancora non è noto il testo ufficiale ma alcuni provvedimenti sono comunque pressoché certi, le previsioni per l’edilizia nel decreto Sblocca Italia vengono riviste.

In realtà, a una buona notizia se ne accompagna una che farà arrabbiare i contribuenti, così che anche l’euforia per l’agevolazione rischia di venire mitigata dal contrappeso del provvedimento.

Da una parte, un emendamento al decreto dispone il calo dell’Iva dal 10 al 4 percento sugli interventi di ristrutturazione edilizia: si tratta di una modifica proposta dal MoVimento 5 Stelle, che è ha ottenuto l’ok in Commissione e viene così portato nel testo in aula. Dall’altra, però, viene innalzata la trattenuta dai bonifici per interventi agevolati secondo gli sconti, che schizza dal 4 all’8%. In aggiunta, salgono anche i prezzi per le costruzioni direttamente venduta dalle imprese.

Insomma, con una mano si dà e con l’altra si toglie. La disposizione dell’Iva, in realtà, va comunque ad aggiungersi alla conferma, stavolta inserita nella legge di stabilità 2015 ormai prossima alla divulgazione, dei vari ecobonus energia e per i lavori di ristrutturazione, che la finanziaria ha intenzione di mantenere al massimo anche per tutto il 2015.

D’altro canto, invece, il decreto su cantieri e opere contiene alcune agevolazioni di stampo più strettamente burocratico, con la possibilità di avviare i lavori in casa consegnando solo la dichiarazione di inizio intervento e la certificazione di un tecnico che le eventuali migliorie non andranno a intaccare parti strutturali dell’edificio interessato.

Ora, il decreto sblocca Italia dovrà ottenere il benestare da parte di Montecitorio, per poi passare al Senato in seconda lettura. Il provvedimento, infatti, andrà convertito entro il 12 novembre.

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