Nella fattispecie la norma su cui è puntata la maggior parte dell’attenzione è quella che permette alle amministrazioni pubbliche, pur rispettando una serie di vincoli, di poter prolungare i contratti a tempo determinato (con almeno 3 anni di servizio) in vista delle future selezioni parzialmente riservate (50%) al personale precario, appunto. Per la commissione le eventuali proroghe sarebbero onerose e quindi hanno bisogno di una copertura.
Anche l’articolo 3 del Dl 101 è finito sotto la lente della Commissione; riguarda società partecipate, direttamente o indirettamente dalla Pa. Questa disposizione permette a queste società, in base ad accordi stipulati tra loro e senza consenso del lavoratore, processi di mobilità di personale in esubero, previa informativa ai sindacati. Prima di procedere a queste cessioni di personale le amministrazioni che monitorano queste società dovranno assumere specifici piani industriali.
Qui il rilievo sollevato dai tecnici della Bilancio è il rischio che tale “agevolazione” concessa alle società partecipate possa generare effetti negativi in termini di gettito. La terza norma da verificare è l’articolo 10 del decreto che istituisce, sotto lo scudo della presidenza del Consiglio dei ministri, “l’Agenzia per la coesione territoriale” che ha l’intento di migliorare la gestione e l’utilizzo dei fondi europei di nuova programmazione, 2014-2020.
La futura Agenzia ingloberà il personale del dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica del ministero dello Sviluppo economico e ci sarà anche l’assunzione a tempo indeterminato di 120 persone, altamente qualificate, da assegnare ai vari ministeri con compiti di assistenza e monitoraggio. Insomma, nuove risorse, e quindi spese da affrontare, su cui i tecnici della Bilancio voglio ragionare e capire di più.
Il Governo auspica che la Commissione formuli il parere entro martedì, nel frattempo il ministro D’Alia, intervenuto ieri al Senato, è tornato a difendere la soluzione sui precari assunta nel provvedimento ” ci sono circa 122 mila contratti flessibili con un aumento negli ultimi 5 anni di 10 mila unità. Non si può continuare a fare finta che il problema non esista”. D’Alia ha poi rimproverato quelle amministrazioni che sono ancora in ritardo nella comunicazione dei dati su auto blu e consulenze.
“Le prime costano oltre un miliardo d’euro – ha detto il ministro D’Alia – le consulenze più di 1,3 miliardi. Ci sono margini di intervento per una riduzione della spesa. Ed è quello che punta a fare questo decreto.”
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