Conclusa la riunione con gli altri ministri a palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha presentato il piano di rimborso degli assegni Inps che partirà il prossimo primo agosto insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Dunque, questa volta non c’è stata alcuna retromarcia: nessun disegno di legge, niente “linee guida” come paventato dal sottosegretario di via XX Settembre e leader di Scelta civica Enrico Zanetti e soprattutto nessun rinvio. Il governo ha approvato un decreto legge che andrà convertito entro la fine di luglio in legge, per assicurare l’avvio dei rimborsi al primo agosto, come annunciato da Renzi domenica alla trasmissione tv “L’arena” in onda su RaiUno.
Il piano del governo
Chi è dentro. La decisione del governo riguarda un pagamento una tantum dei rimborsi che avverranno una tantum il primo agosto. Secondo i conti del governo si tratta di 3,7 milioni di pensionati: sono loro i beneficiari dell’intervento da 2 miliardi e 187 milioni di euro.
Le fasce, a scalare, dovrebbero essere le seguenti:
entro 1700 euro lordi: 750 euro di bonus
entro 2000 euro: 450 euro di bonus
entro 2700 euro: 278 euro di bonus
Chi è fuori. Sicuramente, non percepiranno un euro coloro che accumulano un reddito mensile lordo da pensione pari a 3200 euro o superiore. Il governo ha sottolineato che la restituzione di tutto l’importo bloccato con lo stop all’indicizzazione deciso dal governo Monti sarebbe stata impossibile, dal momento che si renderebbero necessari 18 miliardi di euro.
Cosa cambia dal primo agosto. Ma la vera domanda che si pongono i pensionati, oltre a quella relativa dei rimborsi, è se gli indici della propria pensione saranno ripristinati alla situazione pre Fornero. Ebbene, ha assicurato il premier, queste dovrebbero essere le nuove fasce a partire dal 2016 “più generose rispetto al passato”:
entro i 1700 euro: 180 euro di rivalutazione l’anno
entro i 2200 euro lordi: 99 euro all’anno
entro i 2700 euro 60 euro l’anno, ossia 5 euro al mese
Ultima nota del ministro Padoan, il rispetto dei vincoli europei: secondo il governo, la risposta sui rimborsi delle pensioni non va ad intaccare gli impegni con le istituzioni comunitarie, mantenendo il rapporto deficit/Pil al di sotto del 3% e andando a pescare le risorse necessaria dal “tesoretto” annunciato per il Def 2015.
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