Decreto lavoro approvato: bonus giovani, social card e tassa e-cig

Redazione 31/07/13
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Con l’approvazione del decreto lavoro in Senato, arrivano importanti novità nella vita di tutti i giorni di famiglie, consumatori e imprese. Ultimo emendamento inserito in extremis è infatti quello relativo ai debiti della pubblica amministrazione, ma quanto introdotto con il provvedimento riguarda anche sigarette elettroniche e social card.

Insomma, benché sia uscito con l’intestazione di decreto lavoro-Iva, il testo approvato a palazzo Madama contiene novità assai rilevanti in diversi ambiti della vita comune, approvate a palazzo Madama con il voto favorevole di 203 voti in appoggio.

Partiamo, dunque, dall’ultima introduzione, quella dei 25 miliardi in aggiunta ai 40 già sbloccati per i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione. Sarà la Cassa depositi e prestiti a fungere da istituto di crediti per gli enti debitori, con lo Stato che farà da garante in previsione di una restituzione completa dell’anticipo nell’arco di cinque anni. La nuova misura porta così a 65 i miliardi attivati per i debiti della PA, avvicinando i 90 necessari per ripianare la montagna di saldi non effettuati.

Quindi, come si diceva, dal primo gennaio partirà l’attesa tassa sulle sigarette elettroniche, che innalzeranno il costo del prodotto al consumo, per un’aliquota pari al 58,5%.

Tra le misure introdotte, poi, da segnalare anche la dotazione di quasi 170 milioni di euro per la nuova social card, destinata in primo luogo al Mezzogiorno.

Tra le misure più discusse, poi, ci sono gli incentivi all’occupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni, con sgravi contributivi alle imprese qualora questi svengano da sei mesi di disoccupazione o non abbiano il diploma di maturità. Sparisce, invece, il requisito di coloro che si trovino in condizione di un famigliare a carico. Ok anche per quei datori di lavoro che assumano i lavoratori che usufruiscano di Aspi. In tutto, stanziati per i bonus 800 milioni, di cui mezzo miliardo solo alle regioni del Sud.

Da ultimo, un nuovo ritocco alla legge Fornero, con il divieto di proroga del contratto senza causalità e la riduzione dei periodi di intervallo tra un contratto e l’altro.

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