Csm, un codice deontologico per i magistrati

Redazione 24/11/11
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“Dare effettivamente vita a un modello di formazione che non serva solo ad arricchire le conoscenze, ma anche a stimolare la consapevolezza dello strettissimo nesso che corre tra la tutela dell’indipendenza della magistratura e la qualità del servizio offerto ai cittadini”. È questo il compito più arduo che attende il Consiglio Superiore della magistratura e  il Comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura secondo Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha presenziato questa mattina alla cerimonia di insediamento del Comitato assieme al nuovo ministro della Giustizia  Paola Severino, alla sua prima uscita istituzionale.
“Sulla formazione e l’aggiornamento professionale, la riforma dell’ordinamento giudiziario ha scommesso molto, sia valorizzandoli con l’istituzione della Scuola superiore sia assicurandone la continuità durante l’intera carriera di ogni magistrato – ha dichiarato nel suo discorso Napolitano – .La formazione deve superare l’orizzonte dell’aggiornamento sugli orientamenti normativi e giurisprudenziali e deve invece principalmente servire a far maturare nei magistrati una progressiva consapevolezza del ruolo e della fisonomia costituzionale della funzione esercitata”.
“Desidero sottolineare la cruciale importanza, a questo riguardo, della trasmissione di un valido codice deontologico, volto ad affermare il necessario rigore nel costume e nei comportamenti del magistrato – ha aggiunto – . Così da favorire un esercizio responsabile dei poteri di giudice o di pubblico ministero, e che, tra l’altro, consenta alla magistratura italiana di contribuire alla costituzione dello spazio giuridico europeo e internazionale”.
Il Presidente della Repubblica ha precisato inoltre che muovendosi lungo linee tracciate nella esperienza gestita dal Consiglio Superiore della Magistratura, il nuovo modello di formazione dovrà anche armonizzare le esperienze dei magistrati professionali con quelle di tutti gli altri operatori del “sistema giustizia” : in primo luogo con quella dell’Avvocatura – per il ruolo fondamentale da essa svolto nella tutela dei diritti dei cittadini – e con quella della magistratura onoraria – che fornisce un contributo essenziale all’attività giudiziaria.
Il neo ministro Severino ha definito l’istituzione  della Scuola Superiore della Magistratura “un importante traguardo per il sistema giudiziario italiano, da più parti e da gran tempo atteso, ricordando però che il percorso è ancora lungo e non privo di ostacoli.
”La sfida più ardua – ha detto Paola Severino – sarà quella di dar vita ad un nuovo modello di formazione del magistrato, aperto al confronto europeo e internazionale; un modello mirato a sviluppare una cultura del servizio e dell’organizzazione giudiziaria”. “E proprio ad una nuova cultura dell’organizzazione intesa come correlazione tra l’efficacia della giurisdizione e gli assetti organizzativi del servizio giustizia occorre puntare – ha aggiunto -: sono i cittadini e le imprese a sollecitare interventi in questa direzione, è il contesto sovranazionale al cui interno siamo inseriti a chiederlo”, ribadisce la ministra in chiusura di intervento”.

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