Concorsi pubblici, Zangrillo: «Oltre 170 mila assunzioni nel 2024»

L’intervista esclusiva al Ministro della Pubblica Amministrazione sul futuro dei concorsi pubblici

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Le regole dei concorsi pubblici sono in continua evoluzione. Nell’ultimo anno sono arrivate importanti novità che permetteranno selezioni più veloci e limiteranno la lunghezza delle graduatorie promettendo bandi più frequenti per profili più specializzati. Abbiamo parlato con il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, sul futuro dei concorsi pubblici, sulle prove scritte uniche e sulle soft skills per i dipendenti.

Concorsi pubblici: l’intervista al Ministro Zangrillo

Signor Ministro, lei si è dato come obiettivo quello di assumere 300mila persone nei prossimi due anni. È un traguardo raggiungibile con le risorse attuali? Ci sono già concorsi in programma
«È un obiettivo sfidante, ma siamo certi di centrarlo. Grazie alla digitalizzazione, le procedure concorsuali oggi sono molto più rapide ed efficaci; questo ci consente di gestire il reclutamento in modo più efficiente rispetto al passato. Nel 2023 supereremo le 170 mila assunzioni e lo stesso faremo nel 2024. La partecipazione ai concorsi è significativamente superiore ai posti banditi. Ci stiamo concentrando non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità delle nuove assunzioni.»

Il Decreto PA prevede, fino al 31 dicembre 2026, la possibilità di effettuare selezioni con una sola prova scritta. Ci possiamo aspettare altre selezioni di questo genere dopo questa data?
«Se vogliamo che la Pa sia considerata come una grande opportunità dai giovani, soprattutto quelli talentuosi, non è concepibile aspettare mesi, in alcuni casi addirittura anni, prima di conoscere l’esito di un concorso. Ecco perché abbiamo stabilito che le procedure debbano esaurirsi in sei mesi, un tempo più che ragionevole, dando la possibilità alle singole amministrazioni di scegliere se svolgere oppure no la prova orale. Valuteremo l’efficacia di questo metodo; le decisioni future dipenderanno dall’andamento delle selezioni e dalle esigenze specifiche della Pubblica amministrazione. La possibilità di variare le prove è in ragione della diversa complessità dei posti banditi.»

Cosa risponderebbe a chi afferma che la prova scritta unica non permette di selezionare efficacemente i candidati più meritevoli?
«Capisco che la scelta di una sola prova scritta possa essere vista solo come un modo per semplificare le procedure, ma la qualità della selezione non viene compromessa. La prova scritta può essere strutturata in modo tale da valutare in profondità le competenze, l’esperienza e le capacità dei candidati.»

Recentemente è stato approvato il nuovo modello delle competenze trasversali del personale non dirigenziale delle PA: quanto conteranno le soft skills nei prossimi concorsi pubblici? Potranno arrivare le prove “In basket” anche per funzionari e assistenti?
«Non lo escludo. Questa tipologia di prove non sostituisce ma si aggiunge a quelle già esistenti, per consentire di valutare le competenze trasversali del candidato. In un mondo che cambia vorticosamente, e la formazione diventa leva strategica, le conoscenze tecniche non bastano più. Bisogna acquisire anche le cosiddette soft skills e la dirigenza, in particolare, deve essere capace di organizzare e valorizzare il capitale umano.»

A quali azioni mirate state pensando per riportare i giovani a considerare il posto fisso un “posto figo”?
«Non mi stancherò mai di ripetere che i giovani sono il futuro delle nostre organizzazioni. I nostri sforzi devono essere rivolti anche a loro. Abbiamo stabilito un limite massimo di sei mesi per la durata dei concorsi: come detto, trovo impossibile che un giovane talentuoso, prima di oggi, dovesse attendere più tempo per sapere se fosse stato assunto o meno. Abbiamo inoltre introdotto la possibilità di assumere giovani laureati con un contratto di apprendistato e di formazione lavoro. Ritengo inoltre sia davvero importante introdurre il concetto di merito nella PA: solo così i giovani in gamba saranno davvero invogliati a sceglierci.»

Avete espresso la volontà di bandire annualmente il Corso-Concorso SNA per dirigenti pubblici, importante procedura per il rafforzamento della PA. Possiamo aspettarci a breve l’avvio del decimo Corso-Concorso?
«In linea con il piano assunzionale, e in collaborazione con la SNA, abbiamo avviato un percorso per fare in modo che questi concorsi abbiamo una cadenza periodica, sempre però rimanendo in linea con il fabbisogno delle pubbliche amministrazioni.»

Il Portale InPA rappresenta adesso il nuovo punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico. Sono stati diversi i malfunzionamenti negli scorsi mesi che hanno portato allo slittamento dei termini di presentazione della domanda per alcuni concorsi. Sono previste modifiche al sistema, data l’importanza che ha ormai acquisito il portale?
«Il Portale è altamente frequentato, con più di 10 mila bandi pubblicati e oltre 4 milioni di nuove registrazioni soltanto nell’ultimo trimestre. Numeri elevatissimi, a fronte dei quali ci sono state poche interruzioni legate a picchi di accessi. Per migliorare l’esperienza degli utenti, sono state implementate alcune misure, tra cui un grafico informativo sull’affluenza. Per far sì che non ci sia neppure il più piccolo malfunzionamento, siamo impegnati nella continua ottimizzazione della piattaforma.»

Foto di copertina: funzionepubblica.gov.it
Immagini messe a disposizione con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

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Alessandro Sodano