Compro Oro, una proliferazione da regolamentare. Intervista

Redazione 10/04/15
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Compro Oro, tante critiche, ma un’attività molto presente sul territorio che, se compresa e regolamentata, può servire molto a entrare nei meccanismi generati dalla crisi economica. Oltre, ovviamente, a fornire anche un gettito interessante per il fisco. Approfondiamo l’argomento con il dottor Nunzio Ragno,  presidente della A.N.T.I.C.O., acronimo che sta per “Associazione Nazionale Tutela il Comparto dell’Oro”.

Cominciamo dalla cronaca recente. Tra Viterbo, Arezzo e Foggia, diverse operazioni hanno dato luogo a decine di perquisizioni e circa 20 arresti nel settore dei gioielli. Addebiti a vario titolo: ricettazione, evasione Iva, riciclaggio o esercizio abusivo del commercio. Quale la risposta che chiedete?

Sollecitiamo la legge tanto attesa dal settore. Lo scorso 24 marzo, nella Seduta n. 370a della 5a Commissione permanente Bilancio del Senato, il Presidente On. Azzollini sollecita il rappresentante del Governo (vice ministro Morando) all’invio delle Relazione Tecnica richiesta per concludere il passaggio Consultivo dell’iter di formazione e definizione del D.d.L. n. 237 all’esame della Xa Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo) e volto alla regolamentazione dell’intero comparto dell’oro. Come Compro Oro, lamentiamo l‘eccessiva lentezza legislativa nel far venire alla luce la tanto invocata normativa di settore che giace in Parlamento da 4 anni a partire dal testo base n. 4281 proposto alla Camera dei Deputati e sollecitiamo l’emanazione della Legge con i dovuti suggerimenti semplificativi forniti dalla stessa in sede di Audizione parlamentare al Senato. Non si può aspettare altro tempo.
I Compro Oro sono un termometro efficace della crisi. Quali sono gli ultimi segnali che avete riportato?

Nonostante le ultime manovre politico-economiche, tra Legge di Stabilità e Jobs Act, la crisi economica reale continua ad imperversare sulle famiglie italiane; dimostrazione è che la necessità e l’attitudine di dismettere gioielli usati è divenuta anche una realtà consolidata di sistema, frutto di modificazioni socio-culturali dell’Italiano medio. Mentre si registra, infatti, da una parte il calo del numero dei negozi “Compro Oro” (da 36.235 marzo 2013 – a  circa 23.260 a febbraio 2015), intesi come acquisto di oggetti preziosi usati con rivendita solo a fonderie, dall’altra si osserva un incremento significante dell’attività tipica di compravendita di gioielleria usata per mano dei tradizionali gioiellieri; questi, infatti, dovendo affrontare il difficile momento di contrazione della produzione e commercializzazione della gioielleria (nuovo), guardano con estremo interesse alle potenzialità offerte dall’acquisto e successiva commercializzazione dell’usato prezioso. Oltre al fatto che, alla tipica attività di commercio, non di rado, si riscontra quello di servizio di intermediazione, esercitata attraverso il ricorso al “Conto vendita”, in cui il possessore privato dell’oggetto prezioso di un certo valore anziché cederlo al gioielliere decide di rivenderselo riconoscendo una percentuale di intermediazione al gioielliere o “Compro Oro” che a sua volta trova il vantaggio rappresentato, da una parte, dall’assenza di esborso finanziario con l’immobilizzazione in magazzino di risorse finanziarie legate all’acquisto, dall’altra parte, dell’assenza del rischio della rivendita che potrebbe costringere a praticare un prezzo uguale o addirittura inferiore al costo di acquisto.

Quali attività si registrano nell’ultimo periodo nel comparto?

Aumentano, in tale contesto, infatti, i gioiellieri che effettuano attività di compro oro (attività di compro oreficeria e gioielleria usata) spinti anche dalle variazioni registrate negli acquisti degli Italiani che orientano le proprie preferenze verso diverse tipologie di oggetti (prodotti hi-tech, ecc, …), da regalare nelle varie ricorrenze. Di pari passo, prende sempre più piede la tendenza, del tutto innovativa, del cosiddetto “outlet del gioiello”, figlio delle contingenze e delle ristrettezze economiche degli Italiani. Dal monitoraggio di A.N.T.I.C.O., resta ancora elevata la percentuale di oggetti in oro detenuti dagli Italiani; infatti si parla di un quantitativo generale posseduto pari al 63% della gioielleria (prodotta dal dopoguerra al 2000 e poi rivenduta fino ad oggi), ancora nelle mani degli Italiani.
La quotazione allettante del metallo giallo riferita agli ultimi tre mesi, (si è passati da euro 29,00 in media ai 35,00 euro per grammo), rappresenta l’ulteriore tassello a completamento del quadro complessivo che, pur in presenza di una incontrovertibile sofferenza del settore, lascia intravedere buoni riscontri per gli operatori che praticano l’attività di ritiro dell’usato dai privati cittadini. Secondo le stime di A.N.T.I.C.O. il comparto del commercio degli oggetti preziosi usati in Italia (compro oro + gioiellieri) fa registrare volumi attuali per un totale di 162-170 tonnellate di metallo prezioso transatto per un giro d’affari che va dai 4,5 ai 5,3 miliardi di euro.

Qual è, dunque, l’attività e l’impegno di ANTICO oggi e nel prossimo scenario evolutivo?

Gli attori che ormai operano e sono coinvolti nel commercio dell’oro (oro da investimento, industriale  e oggetti preziosi nuovi e/o usati), sono diversi e vanno dai classici “Compro Oro”, gioiellieri, Banco metalli, fino ad arrivare a fonderie, Banche ed Istituti finanziari; considerato tale presupposto e la complessità della materia relativamente recente, l’A.N.T.I.C.O. (Associazione Nazionale “Tutela Il Comparto dell’Oro”) ha esteso le proprie competenze e i propri soggetti di riferimento, diventando un’Accademia e Centro Studi Normative di settore, offrendo assistenza operativa, fiscale, amministrativa e legale agli operatori del comparto.
Oggi, ci occupiamo di assistere gli stessi operatori sotto l’aspetto dell’impatto delle norme amministrativo/fiscali e antiriciclaggio sulle varie tipologie di operatività, garantendo il rispetto dei dettami legislativi impartiti dalle leggi esistenti e di imminente emanazione. Rappresentiamo, di fatto, un vettore diretto nelle interlocuzioni con gli Organi di Stato promuovendo azioni ed interventi tesi al miglioramento delle gestione normativa di settore che faciliti l’esercizio delle varie attività di impresa di settore.

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