Insomma, se l’obiettivo di Calderoli era quello di attirare un po’ di attenzione sulla propria figura e sul partito della Lega Nord, ormai relegato a minoranza di comparsa nelle aule parlamentari, si può dire che il fine sia stato ampiamente raggiunto: da ieri, la vicenda è al centro del dibattito non solo nazionale, ma anche europeo. Basti vedere come un sito di importanza planetaria come quello della Bbc o, ancora, il quotidiano Telegraph dedichino un approfondimento all’episodio, parlando di “abuso razzista”.
Una vera e propria bufera internazionale, prodotta da un esponente non certo nuovo a esternazioni di questo tipo – basti ricordare la T shirt con le vignette anti Corano, che suscitarono reazioni pesanti anche all’estero -riemerso dall’ombra con dichiarazioni violentemente studiate.
Come se non bastasse, ci si è messo anche Matteo Salvini, altro volto noto del Carroccio, che ha intimato al presidente della Repubblica Napolitano, intervenuto in difesa della Kyenge, a “stare zitto”.
Insomma, siamo nel pieno di un corto circuito istituzionale, con il centrosinistra che chiede a gran voce le dimissioni di Calderoli e gli alleati elettorali del Pdl presi nell’imbarazzo della posizione di governo, con il ministro oggetto delle accuse dei leghisti.
E il popolo della rete è già mobilitato: ecco pronta la petizione per chiedere le dimissioni di Calderoli, con promotori Stefano Corradino e Beppe Giulietti, dove viene specificato “Le battute di Calderoli contro la ministra Kyenge sono la spia di una sub cultura razzista per troppo tempo accettata o derubricata a “eccessi verbali”. Nelle sue parole, come sempre, traspare l’odio per la ministra Kyenge, che ha il doppio torto di essere donna e di non avere la pelle bianca. Questa spirale va ora stroncata. “
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