Assegno di mantenimento: cos’è e a cosa serve
Per assegno di mantenimento si intende quella somma che viene stabilita di comune accordo dai coniugi, in caso di separazione consensuale, o dal Giudice, in caso di separazione giudiziale, quando la coppia decide di separarsi.
L’assegno di mantenimento è, dunque, una forma di tutela che il Legislatore ha predisposto in favore dei figli e del coniuge economicamente più debole a garanzia dei doveri assistenziali e solidaristici derivanti dal matrimonio, anche dopo la cessazione del rapporto coniugale.
Si noti bene: si tratta di una tutela, ma non assoluta in quanto incontra vincoli e limiti allo scopo di evitare che un diritto dettato per una determinata posizione economica di svantaggio si trasformi in una fonte di guadagno.
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Assegno di mantenimento ex moglie disoccupata casalinga
I Giudici di Piazza Cavour sono intervenuti sul punto stabilendo che quando la ex moglie possa ancora lavorare non può pretendere di vivere alle spalle del marito.
Più precisamente se è disoccupata è necessario provare dinnanzi al Giudice che questa condizione non è dipesa da lei, ma da ragioni esterne alla sua volontà, id est alla sua età, alla sua salute, alla mancanza di formazione professionale, alla crisi del mercato del lavoro.
- Età.
Quanto all’età la Cassazione ha fissato un limite (45-50 anni) oltre il quale diventa più difficile inserirsi nel mondo del lavoro.
- Stato di salute.
Quanto allo stato di salute è necessario provare, con documentazione medica, le patologie che impediscono di svolgere attività lavorativa.
- Formazione professionale
La donna che non possiede una formazione professionale o che non ha esperienze lavorative perché ha scelto di dedicarsi alla famiglia ha quasi sempre diritto al mantenimento, a meno che non sia giovane da poter ritenere che la sua carriera nel mondo del lavoro è appena iniziata. In tali casi la donna deve dimostrare che l’assenza di un’occupazione per il periodo in cui era sposata l’ha ostacolata nell’ intraprendere corsi per la crescita professionale, così da essere disponibile per eventuali assunzioni o capace di dare vita ad un’attività in proprio. Questo è il caso della ex moglie casalinga che si è esclusivamente attivata nella gestione del ménage familiare.
- Difficoltà di inserimento.
Ovvero difficoltà nel reperire un’attività a causa della crisi del mercato occupazionale.
In questa ultima ipotesi la donna deve dimostrare di essersi attivata nella ricerca. In che modo? Dando prova di aver inviato curricula a diverse aziende, partecipato a selezioni, richiesto colloqui di lavoro…
La donna dovrà, insomma, dimostrare di avere cercato un’occupazione e di non averla trovata.
Deve provare al Giudice di avere fatto il possibile per trovare un posto di lavoro e di non esserci riuscita non per sua colpa.
> Assegno di mantenimento: come richiedere la modifica dell’importo <
Assegno di mantenimento: ruolo della donna
Al riguardo le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che il Giudice, nel valutare e determinare il quantum dell’assegno di mantenimento, deve tenere conto del ruolo che la moglie ha rivestito all’interno della famiglia. È chiaro, infatti, che la donna che ha sacrificato la propria carriera per badare ai figli e alla casa, ha consentito al marito di concentrarsi sulla carriera, arricchendosi; è, quindi, giusto che questa partecipi all’incremento di ricchezza ottenuto dall’ex, venendole riconosciuto un equo assegno di mantenimento.
Alla luce di questo breve excursus, diamo risposta all’interrogativo: all’ex moglie casalinga deve essere riconosciuto un assegno di mantenimento?
Occorre distinguere:
- ex moglie casalinga che ha superato la soglia di età: in questa ipotesi, essendo difficile reperire un’occupazione, ha diritto a vedersi riconosciuto un assegno di mantenimento;
- ex moglie casalinga che non ha superato la soglia di età, in ottimo stato di salute, in possesso di titolo di studio: in questa ipotesi ha la possibilità di trovare un’occupazione al fine di mantenersi da sola. Quindi, l’assegno di mantenimento le potrà essere riconosciuto sino a quando non riesce a trovare una indipendenza economica. Valgono in questo caso le medesime regole che il Legislatore ha dettato per il mantenimento dei figli.
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Manuela Rinaldi | 2018 Maggioli Editore
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