“Abbiamo mandato decine di proposte, dall’energia ai trasporti, alle professioni” ha chiarito il Garante “e riteniamo importanti soprattutto quelle che riguardano la Pa, per ridurre gli oneri burocratici”. Considerata la disperata situazione di migliaia di aziende, soffocate da crisi e pressione fiscale, l’Antitrust propone di “prevedere la detraibilità per cittadino e imprese delle spese sostenute per l’adeguamento a nuove normative, che introducono nuovi oneri burocratici”. Una dritta decisamente apprezzata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ex numero uno Antitrust, Antonio Catricalà.
Il garante, successivamente, ha analizzato un’altra questione calda e molto attuale: la revisione del titolo V della costituzione. E’ necessario rivedere il federalismo colpevole di aver ostacolato la competitività del Paese, quando “Regioni ed enti locali devono essere invece resi compatibili con un’economia di mercato ben funzionante”. “Sono pilastri della democrazia – ha aggiunto Pitruzzella – non si tratta di tornare ad uno statalismo centralista ma di rivedere il Titolo V alla luce delle esigenze di un mercato concorrenziale e di un’economia che deve spingere verso innovazione e crescita”.
Quest’ottica trova il consenso anche del vicecapo della segreteria tecnica del sottosegretario alla presidenza Catricalà, Angelo Lalli, per il quale serve il prima possibile agire su quella parte di Costituzione rivolta alle autonomie, considerati anche i recenti scandali di Lazio e Lombardia. In questo senso, l’Antitrust ha dichiarato di voler vederci chiaro sui mercati locali ” perché non basta vigilare a livello nazionale se poi a livello locale sembra che si possa fare a meno della concorrenza”.
Intanto il Governo accelera sul varo del disegno di legge sulla concorrenza, “stiamo lavorando sulla base della segnalazione inviata dall’Antitrust” ha detto ancora Lalli. “L’idea è di riuscire a presentare il disegno di legge entro la fine dell’anno”.
Al convegno ha partecipato anche Francesco Giavazzi, consulente speciale del Governo Monti per la revisione degli incentivi alle imprese, e nel suo intervento ha evidenziato che “in industrie con basso livello di concorrenza, aumentare la concorrenza è sempre positivo e la relazione non monotona tra concorrenza e innovazione suggerisce che i guadagni maggiori si ottengono concentrandosi sui settori dove la concorrenza è più scarsa”.
In aziende con un tasso di concorrenza già alto, una minor concorrenza “può favorire l’innovazione, ma al costo di prezzi più elevati per i consumatori”.
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