Crisi di governo e Riforma docenti, cosa cambia?

Elena Bucci 03/08/22
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Crisi di governo e Riforma docenti, cosa aspettarsi nelle prossime settimane? A seguito delle dimissioni dell’ormai ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, le due Camere sono state sciolte ed è stata designata la data delle prossime elezioni. I cittadini saranno chiamate alle urne il giorno 25 settembre 2022.

“Dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Pnrr”, ha sostenuto il presidente Mario Draghi nell’ambito delle proprie dimissioni. E, in effetti, nonostante l’Italia sia entrata in una nuova crisi di governo, quest’ultimo, anche se caduto, è comunque tenuto a garantire la continuità amministrativa anche in riferimento a tutti i decreti legislativi attuativi di deleghe già approvate dal Parlamento.

Di conseguenza, nelle prossime settimane sono previsti i provvedimenti attuativi della famosa Riforma del reclutamento dei docenti, introdotta nel Decreto PNRR 2 tramite un maxi emendamento. Ma non solo: si attendono anche delle indicazioni per quanto riguarda il Concorso straordinario per l’abilitazione degli insegnanti, avviato nell’anno 2020 e rimasto fermo da allora.

Riforma reclutamento insegnanti, decreto PNRR: le novità del maxi emendamento

Vediamo insieme cosa potrebbe cambiare nel mondo dei concorsi per la scuola a causa della crisi di governo in atto, e cosa è previsto per le prossime settimane.

Crisi di governo e Riforma docenti

Nello specifico, entro fine luglio dovrebbe essere pubblicato il DPCM che definisce il percorso dell’acquisizione dei 60 CFU/CFA previsti dalla Riforma come formazione iniziale degli aspiranti docenti.

Il nuovo pacchetto scuola inserito all’interno del provvedimento, infatti, prevede una serie di innovazioni riguardo alle procedure di reclutamento e al percorso di formazione degli insegnanti.

Come si legge nel testo del decreto e nel maxi emendamento approvato il 22 giugno 2022, infatti, secondo la nuova riforma il sistema di formazione iniziale e di accesso in ruoli a tempo indeterminato si articola in:

  1. un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale e prova finale corrispondente a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici, nel quale sono acquisite dagli aspiranti docenti competenze teorico-pratiche;
  2. un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale;
  3. un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusivo.

Crisi di governo e concorso straordinario abilitante

Nessuna buona notizia per gli iscritti al concorso straordinario per l’abilitazione, bandito due anni fa, nel 2020. L’ultimo aggiornamento risale alla conversione del Decreto Sostegni bis, da cui era emersa la data del 15 dicembre 2021 come termine ultimo per espletare la prova d’esame; data che, tuttavia, non è stata integrata nella stesura definitiva del decreto legge.

Inoltre, la freschissima crisi di governo e l’avvio della riforma del reclutamento dei docenti potrebbero addirittura allontanare più del previsto l’avvio del concorso straordinario per l’abilitazione degli insegnanti.

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Elena Bucci

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