Cibo ed emozioni: una relazione complicata ai tempi del Covid-19

Elena Tugnoli 20/04/20
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Il cibo non è solo nutrimento. Per noi esseri umani, in particolare per noi italiani, è qualcosa che va oltre al semplice nutrirsi, assume diversi significati.

Il principale fra tutti è rappresentato dalla convivialità, ossia la possibilità di condividere il nostro essere e la nostra vita con gli altri attorno a del buon cibo: così sono le feste, così sono le occasioni importanti; rappresenta quindi la connessione con l’altro, significato che viene meno oggi a causa del Covid 19.

Sappiamo che il cambio di routine, come ad esempio il ritmo veglia/sonno, sopratutto a livello fisiologico e biologico e il cambio di ritmo di vita, associato magari all’instabilità del tono dell’umore, porta a rivolgerci al cibo perché anche il sistema regolatore di fame e sazietà si sballa. Questo aumenta la vulnerabilità emotiva, ovvero la nostra sensibilità verso le emozioni, facendoci  sentire  più vulnerabili verso le emozioni e maggiormente in balia di esse.

Tutto questo fa sì che vengano promossi altri significati che sono più negativi e dannosi, se protratti nel tempo, ad esempio l’uso del cibo per regolare le emozioni.

Oggi più che in altre occasioni stressanti é favorito l’uso del cibo sia come sedativo per emozioni troppo intense, sia con scopo riempitivo perché si prova un vuoto e sia con scopo di controllo perché ci sentiamo troppo invasi dalle emozioni.

Soffermiamoci su ciò che stiamo vivendo, la quarantena è un’esperienza per molti versi traumatica perché ci ha costretti a cambiare vita da un momento all’altro, cambiare abitudini così improvvisamente e ci ha catapultati in una realtà precaria.

Ci siamo adattati a lavorare da casa o completamente soli o con troppe persone attorno, nel caso si abbia una famiglia. Ci siamo adattati a non uscire se non per lo stretto necessario. Ci siamo adattati a cucinare ciò che avevamo in casa perché  la spesa e il cibo che desideravamo non era sempre reperibile.

Tutto questo ha suscitato molte emozioni diverse e tutte intense come:

  • Paura e ansia per l’incertezza e per il cambio di vita.
  • Rabbia per la costrizione, per il non avere scelta, per non condividere magari Le scelte fatte per noi.
  • Tristezza perché si è soli o perché non si è mai soli.
  • Sollevati o felici di poter passare del tempo a casa, di avere del tempo per noi o di avere l’occasione per cambiare.

Quindi a seguito di tutto questo lo strumento più facilmente reperibile può essere stato il cibo.

Qui la popolazione si divide in due: da un lato chi cucina e posta sui social cosa ha mangiato e sta attento al cibo che consuma; dall’altro chi mangia appunto perché non riesce a gestire al meglio tutto questo bombardamento mediatico/emotivo di incertezza e paura.

Quali consigli possono essere utili per gestire la relazione con il cibo?

  • Cura la tue abitudini e routine giornaliere, riequilibra i ritmo veglia/sonno e di conseguenza anche gli orari dei pasti, punta all’equilibrio psico/fisico
  • Quando mangi, cucina i tuoi pasti e consumali seduto a tavola con poche distrazioni, cerca di essere consapevole di quello che mangi. Non ascoltare le notizie sul virus!
  • Fai una spesa equilibrata, non sull’onda della fame o della paura di rimanere senza cibo. Non abbondare nell’acquisto di comfort food (cibo ipercalorico) perché poi lo dovrai tenere a casa e può essere pericoloso.
  • Ascoltati sia emotivamente che fisiologicamente. Senti fame o ansia, tristezza…
  • Agisci, nel momento in cui senti il bisogno di mangiare e ti rendi conto che non è per fame, intraprendi un’ attività piacevole che possa allontanarti dalla dispensa e dalla cucina.
  • Utilizza questo periodo per rendere meno complicata la relazione con il cibo e aumentare la consapevolezza su come ti rapporti con esso anche per il futuro
  • Svolgi attività sportiva, non troppa ma nemmeno troppo poca! Svolgere degli esercizi a casa può essere utile per creare una nuova routine, per passare il tempo e per attivare il fisico quindi a   farci sentire meglio grazie alle endorfine liberate dallo sport.

Stai a casa, cucina, mangia ma ascoltandoti

Elena Tugnoli

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