Il Decreto Genova è Legge: condono Ischia e ricostruzione: cosa prevede

Redazione 15/11/18
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A tre mesi dal tragico crollo del Ponte Morandi, è stato approvato oggi, 15 novembre, il tanto atteso e discusso Decreto Genova e altre emergenze. Il testo, approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni, è diventato Legge.

Non senza problemi tra i banchi dell’Aula del Senato, dove il via libera è stata accompagnato da un’accesa discussione.

Decreto Genova: gli assenti alla votazione in Senato

Il provvedimento era passato alla Camera il primo novembre, dopo una seduta notturna. Sono 10 i senatori M5s che non hanno preso parte alla votazione: Vittoria Deledda Bogo, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco.

In Aula di è scatenata una vera e propria bagarre, degna delle più movimentate e turbolente classi di scuola elementare: tra pugni chiusi del ministro Danilo Toninelli, euforico per il risultato, senatori che inveivano contro le gesta del ministro e la presidente Casellati che rimproverava il suo comportamento, il senatore Matteo Renzi fiero di aver votato no al Decreto, assieme alle opposizioni, il provvedimento ha visto la luce. Oltre alle misure per la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova, darà avvio anche al famoso condono Ischia.

Ecco cosa prevede, tra l’altro, il Decreto Genova

Decreto Genova approvato: cosa prevede

Il Decreto, che ha avuto oggi il via libera del Senato, è composto da 46 articoli, molti dei quali introdotti durante l’esame alla Camera. È suddiviso in cinque capi:

  • il capo I, misure per il sostegno e la ripresa economica del territorio e la popolazione di Genova, dopo il crollo del viadotto Polcevera;
  • il capo II, disposizioni per la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti;
  • il capo III, interventi nei territori dei comuni di Ischia interessati da eventi sismici;
  • il capo IV, misure urgenti per gli eventi sismici nel centro Italia verificatisi tra il 2009 e il 2017;
  • il capo V, ulteriori eventi emergenziali.

Decreto Genova: il condono Ischia

Il famigerato e contestato articolo 25 del Decreto prevede “Interventi a favore dei comuni di Ischia interessati dal sisma del 21 agosto 2017 e dei territori dell’Italia centrale interessati dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”.

Qui si trovano le misure sulle domande dei vecchi condoni edilizi e un contributo fino al 100 per cento per sistemare le case crollate non totalmente abusive.

I Comuni interessati devono decidere entro 6 mesi sulle istanze di condono ancora non risolte relative agli immobili distrutti dal terremoto.

Per tutte le richieste trovano esclusiva applicazione i criteri della legge n.47 del 1985: anche per domande successive, quindi, si applicano i criteri di oltre trent’anni fa, quando – come ha denunciato Legambiente – non esistevano ancora molte norme di tutela del territorio, del paesaggio, di contrasto del rischio sismico, vulcanico e idrogeologico. E questa è una delle parti maggiormente contestate.

Decreto Genova: la ricostruzione del Ponte

Verrà resa ufficiale la nomina del sindaco di Genova Marco Bucci come commissario straordinario per la ricostruzione, tramite decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e saranno nominati i 20 componenti della struttura commissariale che affiancherà Bucci, anche se i nomi devono ancora essere comunicati.

Decreto Genova: Autostrade pagherà

I poteri del Commissario sono quasi illimitati, con possibilità di deroga a ogni norma di legge extra-penale, ma come suggerito dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, la Camera ha stabilito che il commissario dovrà attenersi al Codice Antimafia.

Autostrade dovrà sobbarcarsi e pagare tutti gli oneri per la ricostruzione del Viadotto e la viabilità connessa. Per gli appalti (demolizione, progettazione del nuovo ponte, lavori di ricostruzione), il commissario Bucci non potrà assegnare alcun incarico ad Autostrade o società controllate o collegate, ma ogni altra esclusione è stata eliminata rispetto al testo iniziale del Decreto.

Decreto Genova: gli indennizzi

L’articolo 1-bis prevede che i proprietari di case da demolire, e che stipulino un atto di cessione volontaria del bene con il commissario, hanno diritto a un’indennità pari a 2.205,50 euro al metro quadrato per la loro casa. In più otterranno l’indennizzo forfettario di 45mila euro a unità abitativa previsto dalla legge regionale e altri 36mila euro ad abitazione per «indennità di improvviso sgombero». La gestione è in mano al Commissario, ma gli oneri sono a carico di Autostrade per l’Italia.

Decreto Genova: i fondi stanziati

L’articolo 2 del provvedimento autorizza una spesa di 30 milioni annui dal 2018 al 2029 e dispone l’integrazione della contabilità speciale di 9 milioni di euro per l’anno 2018 e di 11 milioni di euro per il 2019.

L’articolo 5 stanzia 500 milioni di euro per il 2018 e 23 milioni di euro per il 2019 per il trasporto pubblico locale in Liguria; 20 milioni sono destinati all’autotrasporto e 20 milioni al rinnovo del parco mezzi utilizzati nella citta.

L’articolo 9 stanzia per l’Autorità portuale di Genova un ulteriore contributo aggiuntivo di 4,2 milioni per il 2018.

All’articolo 14 è prevista l’istituzione di un Fondo presso il Ministero dello sviluppo economico, di 2 milioni di euro per l’anno 2019, per il finanziamento di progetti per la sicurezza delle infrastrutture stradali.

Decreto Genova approvato: il commento di Bucci

Poco dopo l’approvazione, il sindaco di Genova e commissario alla ricostruzione, Marco Bucci, ha scritto su Facebook:

“con il voto del Senato il decreto Genova è legge. Continueremo a lavorare per la città come stiamo facendo dal 14 agosto: adesso lo faremo con pieni poteri per poter arrivare all’obiettivo di demolire e ricostruire il ponte in tempi certi e rapidi nell’interesse dei genovesi, delle attività produttive della città, dei quartieri in sofferenza, delle famiglie degli sfollati nel rispetto e in memoria delle 43 persone che hanno perso la vita nel crollo di ponte Morandi”.

 

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L’oramai cronico stato di crisi della finanza pubblica rende inevitabile la crescita dell’interesse verso forme contrattuali che prevedono l’intervento di capitali privati; tra queste, la concessione, tanto di lavori che di servizi, sembra l’unica ad aver raggiunto un sufficiente grado di sviluppo della relativa disciplina, che poco o nulla dipende da ulteriori interventi regolatori del Governo e/o dell’ANAC, ai quali resta invece subordinato il completamento della disciplina del contratto di appalto. Pertanto, da modello quasi residuale, utilizzato da pochi “grandi committenti” per operazioni di grande rilievo economico- sociale, la concessione si sta diffondendo presso le amministrazioni locali, anche di dimensioni modeste, come risposta al fabbisogno di servizi pubblici essenziali, quali i servizi scolastici, i servizi sportivi e quelli cimiteriali, solo per citarne alcuni.Tanto comporta la necessità di indagare approfondita- mente le peculiarità del modello negoziale della concessione di lavori e di servizi, soprattutto al fine di evitare che la sua indubbia attrattività non faccia perdere di vista le insidie che lo stesso nasconde e le difficoltà che incontra chi voglia assicurargli la capacità di resistere nel tempo alla inevitabile mutevolezza del ciclo economico.

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