Manovra, Salvini attacca Junker: “parlo solo con persone sobrie”

Conte frena e rassicura: “l’euro è la nostra moneta, è irrinunciabile”

Redazione 02/10/18
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Mercati in tensione sulla manovra, lo spread sfonda i 300 punti poi frena ma le fibrillazioni sui mercati sono le peggiori da maggio scorso. Tensione che si ripercuote anche sugli equilibri di maggioranza con la Lega che incolpa il reddito di cittadinanza che creerebbe caos perchè è una misura ancora poco chiara per quanto riguarda platea e meccanismo, anche se poi precisa.

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Matteo Salvini si dice pronto a dichiarare guerra all’Europa per i danni che stanno causando le parole del presidente della commissione europea, Junker, in merito alla situazione italiana e allo sforamento del deficit. Il vice premier e leader della Lega ha detto oggi che l’Italia è pronta a chiedere i danni per le dichiarazioni da parte del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e altri esponenti Ue che starebbero provocando l’aumento dello spread.

“Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo Spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia”, ha affermato Salvini, che è anche ministro dell’Interno.


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Ieri Juncker ha detto che il “trattamento speciale” chiesto dall’Italia con la sua manovra “significherebbe la fine dell’euro. Quindi occorre essere molto rigorosi”.

E sempre parlando di Jean Claude Juncker:. “Parlo con persone sobrie, che non fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra” ha risposto alla cronista di Tagadà di La7 che gli chiedeva di commentare le dichiarazioni di “chi nella Commissione europea ha paragonato l’Italia alla Grecia”, come fatto dal presidente della commissione, Jean Claude Juncker

Intanto ha parlato anche il premier, Giuseppe Conte: “L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria e ci tengo a ribadirlo: l’euro è la nostra moneta ed è per noi irrinunciabile. Qualsiasi altra dichiarazione che prospetti una diversa valutazione è da considerarsi come una libera e arbitraria opinione che non ha nulla a che vedere con la politica del Governo che presiedo, perché non contemplata nel contratto posto a fondamento di questa esperienza di governo.”

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