Legge elettorale: il testo dell’emendamento per il sistema “tedesco”

No al voto disgiunto: con un segno sulla scheda, si daranno due preferenze

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Sembra ormai inevitabile: andremo a votare tra la fine di settembre e il mese di ottobre, in una domenica di inizio autunno, con gli alberi ingialliti e il cielo plumbeo. Ma al di là di queste note paesaggistiche, ciò che più conta è che andremo a votare con un sistema elettorale, non proprio tedesco, ma quasi, possibilmente “tirolese”. Anche se in realtà il Trentino ne sarebbe l’unica area esclusa…

È stato presentato ieri sera in Commissione Affari Costituzionali alla Camera il testo che andrà a ritoccare il “Rosatellum”, testo base su cui si sta imperniando il dialogo tra le forze politiche principali.

Partito democratico, Forza Italia e MoVimento 5 Stelle sembrano, per una volta, unanimi nell’adottare questa versione rivisitata del sistema elettorale vigente in Germania, che presenta però alcune differenze non secondarie rispetto al modello originale.

Cosa prevede l’emendamento

Il testo che andrà a ritoccare il disegno di legge reca la firma di Emanuele Fiano come relatore e introduce per la Camera dei deputati un metodo di ripartizione dei seggi che è sì proporzionale, ma prevede il doppio step dei collegi uninominali e delle preferenze accordate ai candidati in lista.

Il territorio italiano viene così suddiviso in 303 collegi e 27 circoscrizioni che coincidono esattamente con le Regioni, fatta eccezione per quelle più densamente popolate, che ne hanno 2 (Piemonte, Veneto, Campania, Sicilia e Lazio) e la Lombardia che ne presenta 3. In Trentino Alto-Adige rimane vigente il Mattarellum.

I partiti dovranno presentare un numero crescente di firme tra le 1500 e le 4000 a seconda della popolazione di riferimento, mentre ciascun candidato nei collegi uninominali andrà accompagnato da almeno 500 firme.

Il numero dei candidati per le liste presentate nelle varie circoscrizioni non potrà essere inferiore a due e superiore a sei, mentre andrà ovviamente avanzata una sola candidatura per l’uninominale.

A differenza della Germania, non ci saranno due schede, ma una soltanto attraverso cui l’elettore si troverà a dare un doppio voto – per il collegio e per la lista – con un solo segno di matita. Quadro assai differente da quanto accade in terra tedesca, dove invece è possibile il cosiddetto voto disgiunto: perché si possono effettuare due scelte anche in contraddizione tra loro. In Italia, invece, questo genere di voto verrebbe annullato.

Come si assegnano i seggi? Al termine della consultazione, in base alla posizione raggiunta in ciascuna circoscrizione, i partiti diramano una vera e propria classifica, che vedrà in prima posizione il capolista del listino bloccato, seguito dal candidato che si sia aggiudicato l’uninominale. Quindi, in ordine toccherà agli altri nomi del listino e, infine, agli eventuali perdenti nei collegi.

Il numero di seggi che spetteranno al partito, per ogni circoscrizione, sarà in base alla percentuale raccolta a livello nazionale, in primo luogo, e locale in secondo.

Confermate le quote rosa, con obbligo di alternanza di genere nei listini, mentre su scala nazionale non sarà possibile travalicare il rapporto 60%-40% tra i generi.

C’è un ulteriore aspetto, che assomiglia, sì, al Mattarellum in vigore fino al 2006: sarà possibile per ogni candidato presentarsi sia nell’uninominale, che in tre distinti listini bloccati. In caso di elezioni multiple, comunque, per il candidato sarà obbligatorio ottenere il seggio dell’uninominale.

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Francesco Maltoni

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