Pensioni con il sistema contributivo: come si calcolano

Redazione 08/10/15
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Come si calcolano le pensioni  (o le quote di pensione) determinate con il sistema contributivo? Servono i cosiddetti coefficienti di trasformazione, vale a dire i valori che sono utilizzati nel sistema contributivo per tramutare in pensione annua il montante contributivo accumulato dal lavoratore nel corso della vita lavorativa.

Tali parametri variano a seconda dell’età anagrafica con cui il lavoratore raggiunge la prestazione previdenziale, maggiore sarà l’età del lavoratore più alti saranno i valori. Alla base del metodo contributivo, infatti, c’è il principio secondo cui più tardi si consegue la pensione più elevato sarà l’importo del trattamento che potrà essere ottenuto, in vista appunto della più bassa speranza di vita del beneficiario.

Chi è interessato a questo sistema?  

1) I lavoratori aventi contribuzione versata dal 1° gennaio 1996 che hanno l’assegno interamente determinato con il metodo del calcolo contributivo;

2) i lavoratori in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995 la cui applicazione del sistema contributivo è circoscritta alle sole anzianità maturate dopo il 1° gennaio 2012 (con almeno 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995) oppure al 1° gennaio 1996;

3) le donne che esercitano l’Opzione donna di cui all’articolo 1, comma 8 della legge 243/04;

4) i lavoratori che scelgono la liquidazione della pensione tramite il calcolo contributivo secondo le disposizioni attualmente in vigore.

I coefficienti, già aggiornati dal 1° gennaio 2013, molto probabilmente subiranno un ulteriore rinnovo a partire dal 1° gennaio 2016. Dall’aggiornamento deriverà un progressivo abbassamento degli stessi grazie all’applicazione della speranza di vita.

Dal momento, infatti, che a partire dal prossimo anno si allungherà la durata del lavoro di quattro mesi, i coefficienti subiranno una contrazione tale da poter compensare l’effetto che tale aumento provocherebbe sull’importo dell’assegno previdenziale. Un ulteriore adeguamento subentrerà ancora nel 2019, predisponendo a partire da questa data in poi aggiornamenti a cadenza biennale.

 

Clicca qui per consultare la tabella con tutti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo.

 

Come funziona il meccanismo dei coefficienti di trasformazione?

Ad esempio, se un lavoratore ha iniziato a lavorare dal 1996, versando contributi per circa 5mila euro all’anno per un periodo di 20 anni ottenendo come montante complessivo 170mila euro, al fine di convertire in pensione annua lorda questo importo cosa è tenuto a fare?

La risposta è piuttosto semplice: si deve moltiplicare l’importo per il coefficiente di trasformazione che è connesso all’età in cui il lavoratore percepisce la prima pensione. Se, ipotizzando, il lavoratore conseguisse la pensione a 62 anni otterrebbe un importo pari a 8.400 euro lorde annue, vale a dire 170.000 x 4,94% = 8.398. Nel caso in cui, invece, raggiungesse la pensione a 70 anni l’importo sarebbe di 11.120 euro all’anno (170.000 x 6,541% = 11.120).

I trattamenti di pensione liquidati a chi ha un’età inferiore a 57 anni, come nel caso di assegni di invalidità o pensioni ai superstiti di assicurato, secondo la normativa devono ottenere l’applicazione del coefficiente di trasformazione previsto per i soggetti che abbiano comunque compiuto i 57 anni.

Nel determinare il coefficiente da applicare, infine, la legge stabilisce che bisogna tenere in considerazione anche le frazioni di anno rispetto all’età dell’assicurato. Viene stabilito che il coefficiente di trasformazione va aumentato di tanti dodicesimi della differenza tra il coefficiente previsto per l’età immediatamente superiore a quella dell’assicurato e il coefficiente previsto per l’età inferiore, per quanti sono i mesi che sono trascorsi fra la data di compimento dell’età e la decorrenza della pensione.

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