La riforma della scuola 2015 è legge dello Stato. Testo finale e novità

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La riforma della scuola 2015 è legge dello Stato. Approvato in via definitiva il ddl da parte della Camera dei deputati, che ha così rispettato le consegne per la conferma delle assunzioni dei docenti dal primo settembre.

Con 227 voti a favore, 173 contrari e 4 astenuti, dunque, l’assemblea di Montecitorio ha dato il via libera definitivo, senza apportare modifiche, alla versione del testo uscita dal Senato pochi giorni or sono, a conferma della massima urgenza che il provvedimento era venuto a incontrare.

Motivazione principale di questa frenesia per l’approvazione, come noto, è il pacchetto di centomila assunzioni che il governo ha inizialmente previsto per il primo settembre prossimo, per poi decidere di diluirle entro l’anno scolastico che va per cominciare, per un completo rinnovamento dei ranghi dei professori entro il mese di settembre 2016.

Il cambio di rotta sulle assunzioni è figlio di due situazioni lontane nel tempo, ma che hanno contribuito ad ampliare i ritardi con cui “la buona scuola” è stata sottoposta prima alle commissioni competenti e poi alle aule. Da una parte, infatti, il governo è reo di aver prolungato troppo le attese in Consiglio dei ministri nel mese di marzo e, soprattutto, di non aver presentato un decreto che avrebbe consentito di rispettare tempi e modalità per i nuovi innesti. Dall’altra, poi, le lungaggini hanno coinvolto il disegno di legge anche nel percorso palamentare, con gli oltre tremila emendamenti depositati in Commissione Cultura al Senato, che rischiavano di affossare definitivamente ogni proposito di riforma.

Poi, l’aut aut di Matteo Renzi e la decisione di porre la questione di fiducia sul provvedimento, come unica scappatoia in vista dell’imminente anno scolastico che va per cominciare.

Le novità del ddl scuola

Se non ci saranno novità di sorta, allora, entro il prossimo primo settembre salirà in cattedra la prima tranche di nuovi insegnanti, che saranno pescati dalle graduatorie a esaurimento e, in seconda battuta, dai vincitori del concorso 2012 indetto dall’allora ministro Francesco Profumo, che ancora non hanno ottenuto il posto guadagnato in sede di selezione.

Nel complesso, all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016 i nuovi insegnanti saranno 36mila, come effetto del turnover fisiologico di circa 20mila unità, e di una quantità corposa di nuove assunzioni. Quindi, nei mesi successivi, toccherà ai restanti 66mila docenti, che dovrebbero entrare gradualmente negli organici degli istiuti per stabilirsi poi a pieno regime dal settembre dell’anno prossimo.

Valutazione. Debuttano anche i nuovi strumenti di valutazione degli insegnanti, che saranno attivati con un investimento di 200milioni di euro per la realizzazione dei comitati ad hoc per la decisione sull’operato degli insegnanti.

Presidi. Questione spinosa è anche quella dei dirigenti scolastici, i quali potranno usufruire della facoltà di chiamata diretta solo a partire dal 2016 Anch’essi, però, saranno sottoposti a controlli da parte degli ispettori Miur, in base a diversi criteri di partecipazione, competenza gestionale e didattica nell’organizzazione degli istituti.

Sì al concorso. Confermata la prossima indizione di un nuovo bando per un concorso a cattedre, che verrà emanato entro la fine del 2015, in previsione delle prime prove nei mesi iniziali del 2016.

Proteste contro la riforma

Nel corso della mattinata, la seduta a  Montecitorio è stata sospesa per  alcune proteste della Lega Nord, che aveva esposto alcuni cartelli in opposizione alla norma sull’educazione di genere. Tensioni anche dai banchi di Sel, che hanno detto “Oxi – “no” alla greca, sull’onda del referendum – alla buona scuola di Renzi”.

QUI IL TESTO FINALE DELLA RIFORMA DELLA SCUOLA

Francesco Maltoni

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