Pensioni: dov’è finita la democrazia?

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Della sentenza n° 70 della Corte Costituzione, la quale senza mezzi termini bocciava, come provvedimento incostituzionale, la sospensione della perequazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo INPS attuato con  la legge Fornero/Monti.

Il governo anziché attuare immediatamente il dettato della Corte Costituzionale, intende dare a tutti i pensionati con sino a 3.000 euro la somma di 500 euro. (Poi ha diramato il decreto rimborsi, ndr)

Tutto ciò consente una amara riflessione, esiste ancora la democrazia in questo paese, o il governo di turno fa quello che vuole?

Nelle varie trasmissioni televisive si sentono cose incredibili, alcuni onorevoli della attuale maggioranza, con una leggerezza inaudita indicano che è giusto rimborsare parzialmente e non dare nulla a tutti i pensionati che superano il reddito di 3.200 euro, ragione per cui la precedente legge è stata dichiarata incostituzionale.

A questi signori, unitamente ai componenti del governo suggerisco di leggersi la Costituzione della Repubblica Italiana, nei suoi principi  fondamentali:

Art. 2 La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Personalmente, sono un Dirigente Industriale in pensione dal gennaio del 1993, inutile dire che a prezzo di enormi sacrifici ho conseguito nella mia attività lavorativa un reddito soddisfacente, pagando tutte le tasse e enormi contributi, attivando con lo stato un contratto di pensione, con reddito differito tutelato dalle leggi in vigore, garantite dall’art. 3 della Costituzione, che prevedevano la perequazioni della pensione ogni anno secondo gli indici ISTAT.

Ebbene da tale data abbiamo subito per ben sei volte la modifica e il blocco della perequazione, giustamente resa incostituzionale, da molte sentenze dei vari processi effettati in molte città, promossi dalla Federmanager.

Si sente parlare in modo dispregiativo, da alcuni  giornalisti e onorevoli asserviti al  potente di turno, che è giusto non applicare la legge per i pensionati d’oro,creando nell’opinione pubblica che i  pensionati come il sottoscritto che percepisce una pensione lorda di circa 50.000 euro l’anno, pagando ben 16.172 di Irpef, inoltre € 520,00 per anno di contributo sociale, da circa tre anni con legge retroattiva sia un pensionato d’oro o d’argento.

A tutto questo si aggiunge che per tutti quelli che hanno un reddito come il mio devono pagare tutti i  ticket sanitari e purtroppo col trascorrere degli anni si deve ricorrere spesso a analisi e medicinali.

Inoltre per capire l’infondatezza, l’arroganza del provvedimento ritenuto illegittimo, e la risposta ad esso è il bonus elaborato dal consiglio dei ministri valido solo per i redditi con limite di 3.200 euro, allora non ci siamo capiti, è incostituzionale non si può mettere limiti!!!!

Inoltre un pensionato, come il sottoscritto, monoreddito, con una pensione lorda di circa 4.000 euro non riceve nulla, mentre in una famiglia con due pensioni da 2.000/3.200 euro riceveranno a Agosto circa 1.000 euro, mi donando drammaticamente in che paese viviamo, oltre a non rispettare le leggi, non esiste neppure il buon senso, se questa è la classe politica che ci governa non ci sono speranze.

Inutile aggiungere che tutti i pensionati come il sottoscritto lotteranno sino all’estremo in tutte le sedi legislative, per vedere i nostri diritti riconosciuti, ora calpestati da gente incompetente, arrogante e in malafede.

Giovanni Tufano

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