Riforma catasto 2015: rischio super valori. I rimedi del fisco

Redazione 17/02/15
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Riforma catasto 2015, si avvicina la presentazione del decreto che darà ufficialmente il via alla rivoluzione nel registro nazionale degli immobili.

Come annunciato, sarà un vero e proprio reset dell’archivio nazionale su edifici, appartamenti, e tutte le costruzioni volte alla residenza, al commercio, all’impresa e ad altri utilizzi.

Il principio guida sarà quello di convertire i vani attualmente considerati come unità di misura per la stima delle rendite dei fabbricati e la loro classificazione catastale, in metri quadrati.

Come abbiamo evidenziato, questo procedimento non sarà di certo esente da complicazioni e controversie, dal momento che il calcolo, attualmente, è realizzato secondo parametri non universali come l’unità del metro quadrato e, in aggiunta, molti stabili non hanno mai subito una vera e propria indicizzazione catastale.

Così interviene l’erario

Quali saranno, allora, le contromisure messe a punto dalle istituzioni per ovviare alla mole di incongruenze, impasse e difficoltà per rendere la conversione più indolore possibile?

Al momento, in attesa che la bozza messa a punto dai tecnici del ministero diventi ufficiale – passaggio che avverrà venerdì 20 febbraio, all’atteso consiglio dei Ministri che darà il via alla nuova politica fiscale del governo – dovrebbero essere due le mosse dl governo per favorire il passaggio dal vecchio al nuovo regime.

Taglio generale. Secondo le indiscrezioni che arrivano da via XX Settembre, dovrebbe essere realizzato un abbattimento a forfait pari al 30% sui nuovi conteggi che saranno completati. Questo, per evitare che abitazioni, edifici e stabili possano assumere valori o rendite fuori mercato, in una fase, tra l’altro, assai poco favorevole per la compravendita immobiliare. Così, dovrebbe essere applicato uno sconto pari a quasi un terzo del valore finale, in modo da abbassare il patrimonio nazionale del mattone. Non è escluso che si riconosca alle unità abitative una riduzione del 30% e ai locali destinati a uso commerciale un taglio meno netto al 20%.

Questionari. Un altro sistema per incontrare le esigenze dei cittadini è quello che potrebbe arrivare a interpellare direttamente i proprietari degli immobili sottoposti a ricatalogazione. Dovrebbe essere l’Agenzia delle Entrate in prima persona a inviare delle vere e propria interviste ai fini di indagine, per conoscere la stima reale degli edifici e procedere così  a un calcolo meglio rispondente alle odierne dimensioni catastali. Un modo ulteriore di accompagnamento e trasparenza nella riforma, che non sarà comunque completata prima del 2019.

Vai allo speciale riforma del catasto

 

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