Legge di stabilità 2014, cosa cambia per pensioni ed esodati dopo l’ok

Redazione 24/12/13
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Con l’approvazione della legge di stabilità 2014, sono diventate ufficiali le disposizioni contenute nel testo approvato alla Camera dei deputati venerdì scorso: ora, sono ufficiali sia lo stop alla indicizzazione completa che la nuova copertura per i lavoratori esodati ancora esclusi dai trattamenti Inps.

Dunque, l’ok ricevuto ieri dalla legge finanziaria al Senato ha ufficializzato le misure del governo in ottica pensioni e welfare: il governo ha corretto marginalmente il tiro iniziale della legge iniziale presentata in Consiglio dei ministri, lasciando di fatto l’impianto costitutivo quasi inalterato.

Nel corso dell’esame al Senato e poi alla Camera, la legge di stabilità ha infatti confermato sia lo stop alla rivalutazione completa che il prelievo sulle pensioni d’oro, le quali, però, non hanno subito il rincaro paventato insieme all’abbassamento della soglia coinvolta nelle trattenute a favore degli assegni più bassi.

Ora, dunque, l’indicizzazione completa viene bloccata fino a sei volte il minimo, cioè a tremila euro lordi, e, in più, la fascia tra 1500 e 2000 euro ottiene il ritocco dell’ultim’ora, vedendo il proprio adeguamento pensionistico confermato al 95%invece che al preventivato 90%. Dunque, largo alla mancata indicizzazione, inaugurata durante l’era Fornero e non ancora passata di moda per sostenere i costi di un welfare sempre più oneroso. Come emerge dalla nuova legge infatti, si passa alla rivalutazione del 50% per chi incassa pari a cinque volte la minima, mentre quelle a partire da sei volte l’assegno più basso vedranno la propria rivalutazione limitata al 404 nel 2014 e al 45% nel biennio successivo.

Passando invece al contributo di solidarietà, la legge di stabilità 2014 prevede che venga prelevato il 65 dalle pensioni pari a almeno quattordici volte il minimo, mentre si passerà al 12% per la parte al di sopra del minimo moltiplicato per venti, fino al 18% per la quota in esubero nelle pensioni almeno trenta volte le minime.

Di contro, anche il governo deve rincorrere gli errori del passato: la falla esodati, ancora lungi dall’essere tappata, ottiene un riconoscimento di 950 milioni fino al 2020, che consentirà di trarre in salvo ben 17mila esclusi dalla salvaguardia.

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