Non solo femminicidio: nel decreto anche No Tav e identità digitale

Redazione 09/08/13
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Non c’è solo lo stalking e la dura repressione contro i reati ascrivibili nella categoria del “femminicidio” a costituire la base del decreto approvato ieri in Consiglio dei ministri.

Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”. Questo il nome con cui è stato varato il provvedimento, che si è distinto nel Cdm di ieri per aver ripreso, finalmente, i contenuti della Convenzione di Istanbul, ma non in maniera esclusiva, come si evince.

Tra le pieghe del testo, infatti, ci sono altre misure che vanno a impattare ambiti disparati del Codice penale, con le punizioni in caso di reati particolari che vengono inasprite, oltre a nuove indicazioni inerenti la Protezione civile e la gestione delle emergenze.

Allora, vediamo come nel decreto anti stalking e femminicidio, trovano spazio anche un capitolo sulla sicurezza pubblica, con la previsione di interventi più a breve termine riguardo il piano operativo nazionale per la sicurezza. Inoltre, è stato assicurato lo sblocco dei pagamenti degli straordinari a poliziotti e carabinieri.

Altro ambito toccato dal decreto è quello dell’immigrazione: se, in fatto di violenza di genere, viene stabilito che le vittime straniere di maltrattamenti domestici possano vedersi riconosciuto il permesso di soggiorno, in linea più generale vengono stanziati 231 milioni di euro per il Viminale, al fine di gestire al meglio i nuovi arrivi di migranti dalle coste del Nord Africa.

Quindi, una norma ad hoc riguarda anche chi commette reati nel corso di manifestazioni sportive, con la proroga al 30 giugno 2016 per l’autorizzazione all’arresto differito. Visto il boom di furti di rame negli ultimi anni, poi, è stato inserito nel testo anche un incremento sensibile della pena per chi si impossessa di metalli destinati all’erogazione di servizi pubblici: la reclusione passa da 3 a 10 anni. Sta facendo discutere, invece, quanto indicato all’articolo 10, ossia “Norme in materia di concorso delle Forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonché in materia di istituti di pena militari”: secondo gli interessati, sarebbe una disposizione mirata contro i No Tav, per impedire l’accesso al cantiere di Chiomonte.

Sul fronte dei reati contro il patrimonio, vediamo invece, da una parte, come le norme per la ricettazione siano stato rese più dure, soprattutto in caso di rapina, estorsione o furto aggravato: possibile, in questi casi, anche l’arresto in flagranza. Sempre in riferimento alle rapine, poi, viene introdotta l’aggravante per chi commette il crimine in presenza di minori, di over 65, in abitazioni private o in luoghi ritenuti a “minorata difesa”.

Infine, per chi realizza il furto di identità digitale, il carcere si allunga da 2 a 6 anni, con la multa quintuplicata da 600 a 3mila euro; c’è spazio anche per l’Expo 2015: sarà, l’Antimafia a vigilare sulla concessione degli appalti.

Ma le norme meno in linea con gli ambiti specifici del decreto sono sicuramente quelle che riguardano la Protezione civile: con il provvedimento approvato in Cdm, lo stato di emergenza viene allungato fino a una massimo di 180 giorni, più altri 180 in caso di necessità. Viene aperto un fondo per consentire alle vittime di ottenere un primo ristoro dei danni subiti dalle attività economiche.

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