Flotte aziendali riforma Fornero e Pa: parla il Dg. di Arval

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Gregoire Chove, Direttore Generale di Arval S.p.a. ha rilasciato in esclusiva a Leggioggi.it una intervista nella quale traccia un bilancio del mercato dell’auto e dell’autonoleggio, dove spiega quali sono le ricette grazie alle quali si può uscire da un periodo di recessione economica che maggiormente è stato avvertito dalle case automobilistiche e dagli automobilisti stessi, sempre più in difficoltà nell’acquisto dell’autovettura, che per il cittadino italiano ha sempre rappresentato qualcosa di più che un banale mezzo di trasporto.

Il mercato auto è stato uno dei settori che ha maggiormente risentito della crisi economica mondiale, l’Italia fra i paesi europei è certamente uno dei più colpiti da questa congiuntura, lo dimostra il passivo della Fiat e la volontà di investire più sul mercato sud – americano. Questa situazione però sembra diversa, almeno in parte, per il mercato che riguarda l’autonoleggio che nell’ultima trimestralità ha fatto registrare perdite inferiori rispetto a quelle del mercato di vendita dell’automobile. Dunque nonostante la crisi l’azienda, e più in generale il settore del noleggio, è in ripresa?

In termini di immatricolazioni, secondo i dati Aniasa, le flotte aziendali hanno registrato, fino al 2012, una riduzione meno drastica (-13,8%) rispetto a quella del mercato in generale (-19,8%).
La curva di discesa del mercato dei privati nei primi sei mesi del 2013 ha avuto una contrazione del – 10,28%, allineandosi di fatto con quella del mercato delle flotte, che ha subito un decremento del -10,2%.

Il settore del noleggio (a breve e a lungo termine) registra una flessione nel periodo compreso tra Gennaio e Giugno 2013 del -9,15%: questo evidenzia che il Noleggio a Lungo Termine, sebbene in flessione anch’esso, conferma la sua validità come modello vincente per quanto riguarda la mobilità aziendale, tanto da essere scelto dall’80% del mondo delle grandi aziende.

Il crollo delle vendite auto è stato sicuramente determinato, oltre che dalla crisi, anche dal regime fiscale italiano che nello specifico si è inasprito notevolmente soprattutto nel settore automobilistico. Basti pensare che fra le voci che hanno maggiore incidenza nel redditometro rientrano l’assicurazione auto, il bollo, i pezzi di ricambio e il carburante. Sono aumentati i vostri costi di gestione a causa di questi provvedimenti? Che problematiche si possono affrontare nel gestire un parco macchine così grande come quello della flotta Arval?

Sicuramente il settore automotive è sempre stato considerato più che come un settore che potesse trainare l’economia, come un settore da cui attingere risorse finanziarie certe, secondo la considerazione che all’auto non si può comunque rinunciare essendo diventata, ormai, quasi un bene di prima necessità. Il “caro auto” ha toccato dunque tutti indiscriminatamente, il privato e l’auto aziendale, generando certo dei costi aggiuntivi per tutti: il cittadino, le società di noleggio, il cliente azienda. L’attuale Esecutivo, per di più, aumentando l’imposta di bollo del 10% e prevedendo l’aumento delle accise sui carburanti dal 2014, ha innalzato ulteriormente il carico fiscale.

Per quanto riguarda Arval, invece possiamo dire che i nostri costi non sono aumentati, sono stati ottimizzati attraverso politiche di miglioramento costante dei processi interni e ed efficientamento nei confronti dei nostri stakeholders.

La legge di stabilità dell’ultima legislatura ha sdoganato una politica di tagli trasversali, rientrano in questo ambito le decurtazioni dal 27% al 20% degli incentivi destinati alle macchine aziendali. Questo quanto ha inciso nelle vostre partnership commerciali con le aziende?

Nel luglio del 2012 la “Riforma Fornero” ha previsto una serie di misure fiscali che hanno coinvolto il limite della deduzione delle spese delle auto aziendali. Nello specifico, la misura di deducibilità, che era stata inizialmente fissata al 40%, è stata ridotta al 20%; allo stesso modo, la deducibilità per i veicoli aziendali, dati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d’imposta, è passata dal 90% al 70%.

E’ un’anomalia tutta italiana: sebbene sia auspicabile un allineamento che sia coerente con le misure adottate negli altri stati europei, non è pensabile tuttavia che le recenti disposizioni fiscali riescano a invalidare i vantaggi del NLT – e le formule di risparmio a esso connessi – rispetto alle altre formule di gestione delle auto aziendali.

Certo è che il trattamento fiscale delle auto aziendali  sembra essere diventato soprattutto sul target delle grandi aziende uno dei principali criteri nella composizione della flotta, parametro addirittura considerato più importante del prezzo d’acquisto del veicolo, del TCO o addirittura del costruttore. Così è anche secondo i dati del Corporate Vehicle Observatory, il Centro Studi internazionale di Arval sulla mobilità aziendale.

L’importanza della dimensione fiscale per le aziende è confermata anche dal fatto che al primo posto tra i servizi innovativi già implementati, le aziende di tutte le dimensioni indicano la reportistica sulla flotta ai fini contabili e fiscali (scelta dal 78% delle grandi aziende). Allo stesso modo la consulenza sulla normativa fiscale è considerata uno dei servizi strategici sempre più richiesti.

Dunque si può dire che sia più il mercato che influenza le vostre logiche commerciali o è la vostra azienda che, essendo leader nel settore dell’autonoleggio, prova a dettare un nuovo trend?

Le nostre logiche commerciali (come quelle di qualsiasi altra azienda) sono fortemente influenzate dal mercato, che ci suggerisce determinate scelte o determinati percorsi, in alcuni casi anche “obbligati”. Crediamo che la vera forza di un’azienda risieda nel saper padroneggiare il cambiamento o i cambiamenti imposti dalle condizioni economiche che mutano continuamente, trovando all’interno della propria struttura le risorse utili per rivedere e aggiornare i propri modelli di business.

Ed è quello cha abbiamo fatto in Arval, studiando un nuovo approccio commerciale che pone il cliente ancora più al centro del nostro modo di operare e che si basa su tre parole chiave: qualità, presenza e consulenza. Questo nuovo approccio accresce la nostra conoscenza del cliente e ci dà delle capacità aggiuntive per rispondere in modo accurato e rapido alle esigenze sia del driver che del cliente stesso.

Un altro settore che ha sofferto i tagli drastici del governo è stata la pubblica amministrazione, visto l’abbattimento dei costi imposto dalla spending review, la Pa potrebbe essere un vostro potenziale cliente per limitare i costi gestionali del proprio parco auto? In un discorso di più ampio respiro, quali sono le prospettive commerciali future per Arval?

Le Pubbliche Amministrazioni (PA) sono un target cui Arval guarda con estremo interesse già da parecchi anni. Gestiamo circa 10.000 veicoli  delle PA grazie a una struttura dedicata, che si compone di un team preparato e professionale, dotato delle abilità e conoscenze necessarie per interfacciarsi con le PA, che rappresentano un interlocutore con logiche, procedure e necessità diverse rispetto a quelle del cliente privato, vedi per esempio, grazie al Noleggio a Lungo termine la possibilità di programmare le spese annuali di bilancio, evitando così rischi e spese impreviste.

Quanta attenzione dedica Arval allo sviluppo del settore dei carburanti eco compatibili e quanto sono importanti gli eco – incentivi per rilanciare le vendite del mercato auto?

La nostra priorità è  sempre la soddisfazione dei bisogni di mobilità delle aziende nostre clienti. In questo consiste il nostro approccio di Expert Advice, che poi è anche il nostro tratto distintivo: la capacità cioè di lavorare fianco a fianco del Cliente, con un approccio consulenziale, che gli permetta di conseguire obiettivi ambientali e sociali  senza perdere di vista gli obiettivi economici.

In questo senso per noi  non esiste una mobilità sostenibile ,legata ad un solo tipo di alimentazione, ma diverse mobilità sostenibili , a seconda delle esigenze di mobilità che il cliente intende soddisfare.(piccoli spostamenti, lunghi spostamenti, mobilità cittadina, mobilità extraurbana, utilizzo del veicolo..)

Mobilità sostenibile, inoltre, per Arval significa non solo una mobilità che ha il rispetto dell’ambiente, ma anche e soprattutto una mobilità che dimostra rispetto delle persone. Dopo esserci dunque impegnati per anni nel fornire alle aziende una consulenza a tutto tondo nella composizione di car policies green e a basse emissioni, abbiamo focalizzato il nostro impegno sulla dimensione sociale della mobilità, mettendo a punto una serie di azioni atte a garantire per prima cosa la sicurezza di chi viaggia sui nostri veicoli.

 

Alessandro Camillini

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