Omicidio Sarah Scazzi: arriva oggi la prima sentenza

Letizia Pieri 16/04/13
Scarica PDF Stampa
La Corte di Assise di Taranto, composta dal presidente Cesarina Trunfio, dal giudice a  latere Fulvia Misserini e dai sei giudici popolari incaricati, ha cominciato questa mattina la camera di consiglio per la sentenza del processo inerente l’uccisione di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (provincia di Taranto) strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010. Il legale di Sabrina Misseri, imputata per omicidio volontario insieme alla madre Cosima Serrrano, accusata di concorso in omicidio, insinua dubbi considerati insuperabili sulla colpevolezza dell’assistita: “L’innocente ha bisogno solo di giustizia. Oggi sono due anni e sei mesi che Sabrina è detenuta. Mi appello alla vostra ragione di assolverla“.

Ha così concluso l’avvocato Franco Coppi la propria replica al processo per il delitto della 15enne pugliese. “Se la assolverete -ha proseguito il difensore- ci saranno i soliti cori sgangherati: ancora un delitto senza colpevole? No, ogni delitto ha un colpevole, e qui c’é uno che si proclama colpevole. La giustizia vince o perde solo se è stata pronunciata o meno una sentenza giusta“. “Come potrete superare ogni ragionevole dubbio sulla colpevolezza di Sabrina di fronte ad un uomo come Michele Misseri che si accusa del delitto, poi ritratta, e poi ancora ritratta la ritrattazione accusandosi di tutto da due anni?“. L’innocenza desistita di Misseri rispecchia un tentativo, estremo, di proteggere la figlia e la moglie?

Forse, ma resta il fatto che sono tanti, troppi, gli interrogativi ancora insoluti, e sul padre della principale imputata permane l’esclusiva accusa di soppressione di cadavere. Gli interrogatori da parte degli inquirenti “sono stati portati avanti in maniera fuorviante” ha aggiunto Coppi. “Siamo certi -ha ribadito con attinenza alla possibile causale del delitto- che il movente sia la gelosia di Sabrina?“. Il legale è quindi tornato ad attaccare la credibilità di alcuni testimoni proposti dall’accusa. Non accetto che si dica che la difesa di Sabrina abbia cercato di confondere le acque“, ha calcato l’avvocato. Michele Misseri, che da due anni si accusa del delitto, ha “sempre detto -ha continuato la propria tesi Franco Coppi- di aver tentato approcci sessuali con la nipote Sarah e, di fronte al diniego, quel giorno gli salì il calore alla testa e strangolò Sarah. Non ha mai ritrattato questo“.

Al termine dell’udienza la difesa di Sabrina Misseri sarà chiamata a depositare una memoria in replica a quella ben corposa (lunga all’incirca 600 pagine) già consegnata dalla Procura. La controbattuta requisitoria ha sostenuto il medesimo tenore grave dei toni: La famiglia Scazzi non è venuta qui a raccattare giustizia, ha ribadito l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di parte civile della madre di Sarah Scazzi, Concetta Serrano Spagnolo, in apertura dell’udienza dibattimentale. Gentile ha recriminato alla difesa, così come alla schiera di attenzione mediatica convogliata attorno al caso, di aver inverosimilmente tentato di dipingere Sarah “come una ragazzina che mendicava coccole. Basta invece leggere –ha continuato Gentile- un messaggio di Sabrina Misseri a Ivano del 6 luglio 2010: ‘quando mi arrabbio esce il peggio di me stessa per contrastare mia madre e la mia paura più grande è di diventare come lei. Ecco l’errore fatto da Sarah e da Concetta: l’aver frequentato quella casa perché lì è stata uccisa“, ha concluso.

Le indagini sino ad ora sembrano infatti convogliare verso il movente dell’invidia: un sentimento di gelosia che la cugina Sabrina avrebbe nutrito per le attenzioni che la vittima riceveva dallo stesso Ivano Russo, il cuoco di Avetrana del quale la stessa si diceva profondamente infatuata. Il movente sarebbe dunque coinciso con la gelosia poi scaturita nel gesto estremo, maturato probabilmente a seguito di un acceso diverbio tra le ragazze avvenuto la sera del 25 agosto, alla vigilia della scomparsa di Sarah, in un pub del paese, sotto gli occhi di numerosi testimoni. Il legale di parte civile ha infatti denigrato il movente sessuale, segnalato dalla difesa della giovane imputata quale causa del delitto ipoteticamente commesso, secondo questa ricostruzione, da Michele Misseri, descrivendolo come una semplicistica “filastrocca per bambini, esclusa dallo stesso Misseri” nell’autoaccusa dell’omicidio.

La requisitoria pronunciata in aula da Gentile non ha risparmiato nemmeno Sabrina, accusata di non aver agevolato l’operato della Corte attraverso dichiarazioni parziali ed approssimative sulla maggior parte delle circostanze avvicendatesi il 26 agosto 2010, giorno appunto dell’uccisione. “L’unico errore che si può commettere in questa vicenda è di lasciare la giustizia italiana senza parole, magari dicendo che Michele era confuso, Sabrina non ha commesso nulla, Cosima dormiva e meno male che Sarah aveva compiuto già 14 anni sennò magari sarebbe stata accusata di abbandono di minore“, ha paventato il legale di parte civile di Concetta Serrano. Nella replica al processo per l’uccisione di Sarah Scazzi, Gentile ha definito Michele Misseri, reo autoconfesso, “un ventriloquo, un invertebrato senza spina dorsale che ha paura delle donne di casa“.

La famiglia Scazzi -questa la conclusione dell’invettiva di Gentile- vi ha consegnato il suo dolore e attende una risposta dalla giustizia italiana che non sia muscolare né una vendetta“. Anche lo stesso difensore di Carmine Misseri, fratello di Michele, l’avvocato Lorenzo Bullo, ha dichiarato nella replica al processo, proseguito dopo una breve pausa, con deposizione di una sintetica memoria come dagli atti non riesca ad emergere alcuna “prova dell’incertezza della ricostruzione sui movimenti di Carmine Misseri“. Quest’ultimo si trova coinvolto con l’accusa pendente di concorso in soppressione di cadavere. Di un processo “incompiuto” ha, di contro, parlato Raffaele Missere l’avvocato difensore di Cosimo Cosma, nipote di Michele Misseri, anche lui imputato per concorso in soppressione di cadavere. “In questo processo –ha detto a convalida della rispettiva tesi difensiva nei confronti dell’assistito- manca la figura di un uomo che la Procura ha volutamente tenuto fuori. Si è preso da Michele Misseri quello che serviva“.

Letizia Pieri

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento