MoVimento 5 Stelle, qual è il vero Grillo? Giano bifronte sui media

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In questi giorni turbolenti, il personaggio italiano più in vista del panorama italiano è senza ombra di dubbio il signor “Giuseppe Piero Grillo”, come era indicato negli schermi del Viminale la sera delle elezioni, quando improvvisamente tutta Italia – e molti Paesi esteri – sono stati travolti dall’onda d’urto del MoVimento 5 Stelle.

Da allora, i media italiani, complice la sfuggevolezza sia del comico che dell’ideologo M5S Gianroberto Casaleggio, si sono resi protagonisti di una caccia alle streghe: organi di informazione di appartenenze politiche avverse, d’un tratto si sono ritrovati alleati di ferro nel cercare di porre in evidenza storture e zone d’ombra in quello che si è imposto come il primo partito italiano.

Come abbiamo visto, si è cercato di passare ai raggi x la schiera di 163 neo parlamentari che stanno per invadere Camera e Senato, cercando di mettere in luce gli esponenti più bizzarri – dal vegano, al fanatico del complotto, finanche al sommelier.  Aspetti più che altro folcloristici, con l’unico effetto di compattare ancor più un gruppo di persone che, due settimane or sono, erano perfetti sconosciuti.

Oggi, però, il gioco comincia a farsi pesante: nell’ultimo numero de “L’Espresso”, infatti, la prima pagina è tutta per Grillo e Walter Vezzoli, autista e fido braccio destro del comico che, secondo l’inchiesta del settimanale, figurerebbe tra gli amministratori di alcune società in Costa Rica, finalizzate a costruzioni immobiliari e villaggi vacanze top class, in uno dei più omertosi paradisi fiscali del globo. Oltretutto, a fianco di Vezzoli, in alcune di queste società, si troverebbe il nome di Nadereh Tadjik, cioè la sorella della moglie del comico genovese, di natali iraniani.

Questo, l’ultimo scoop giornalistico su Grillo e il suo entourage, sul quale ora i media incalzano perchè il leader 5 Stelle risponda a tono ai fatti riportati dall’Espresso. E c’è da attendersi che lo farà alla sua maniera.

Ma c’è un altro Grillo che, ultimamente, sta emergendo sulle grandi platee, soprattutto oltreconfine: è quello che, affabile e disponibile, concede senza remore interviste ai maggiori quotidiani e settimanali del mondo. Un atteggiamento, macno a dirlo, del tutto contrario ai continui “niet” riservati alla stampa nazionale.

Addirittura, la scorsa settimana, è stato il sempre riservato Gianroberto Casaleggio a rilasciare una lunga intervista all’inglese Guardian, dove ha cercato di tradurre in parole al sua “visione” del MoVimento 5 Stelle e del futuro della politica.

Ora, leggiamo come un organo di tendenza e autorevole come il New Yorker, punto di riferimento nel panorama americano per la cultura, l’approfondimento e i reportage sempre analitici, presenti un Grillo volutamente incompreso dai media italiani, che dimostrerebbero tutta la loro pregiudiziale ostilità nei confronti del blogger-rivoluzionario.

“Grillo chiede di mettere fine al controllo della politica sui mezzi d’informazione italiani e questo potrebbe spiegare questo atteggiamento”, scrive il giornalista Tom Mueller, che dimostra di avere una certa familiarità con il clima politico italiano. “La vecchia guardia politica parla di Grillo come di un demagogo di destra, oppure come di un anarchico/sabotatore/oppositore che non ha un progetto per l’Italia, come un narcisista alla mercé del culto della personalità o come il burattino in mano a qualche minaccioso burattinaio”.

Un punto di vista che, in questi giorni, non siamo abituati a leggere sui quotidiani, o a sentire dal piccolo schermo della tv, dove addirittura si è arrivati a spacciare un iscritto a un MeetUp nel giorno delle elezioni come “attivista” del MoVimento 5 Stelle al fine conclamato di dimostrarne l’inaffidabilità. Ma perché nemici giurati della stampa di opinione avrebbero dato inizio a questo fuoco incrociato contro il MoVimento 5 Stelle?

Questa ostilità – spiega sempre Mueller sul New Yorker – potrebbe avere a che fare con le promesse di Grillo di ‘mandare a casa l’intera classe politica’, la più radicata e arrivista d’Europa, che lui accusa essere la causa della frattura sociale ed economica italiana”. A suo avviso, la figura di Grillo è stata erroneamente sottovalutata fino a oggi, tanto che anche all’estero potrebbe imporsi come modello: “Se Occupy Wall street avesse prodotto un leader con una visione a lungo termine e un manifesto con obiettivi concreti sarebbe stato simile a quello dell’M5s”.

Guida carismatica a bandiera dei movimenti di riscossa civile, o milionario venditore di fumo che, come pare alludere, l’Espresso, si serve di prestanome per arricchire ulteriormente se stesso e la propria claque?

A quanto pare sta emergendo un Beppe Grillo “giano bifronte” sui mezzi di comunicazione: un volto diabolico in Italia, l’altro salvifico all’estero: quale dei due è il più veritiero? Le risposte, quelle concrete, con la riapertura del Parlamento e le prossime consultazioni al Quirinale, non tarderanno ad arrivare.

Francesco Maltoni

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