Ecco il piano Monti per la crescita: 6 punti per il rilancio del Paese

Scarica PDF Stampa
Oggi per la politica italiana sarà un po’ come il primo giorno di scuola, le ferie anzi le “vacanze”, se vi piace di più pensatelo proprio nell’accezione latina, sono finite. L’obiettivo principale del Consiglio dei ministri di oggi è, senza dubbio, il beneamato rilancio dell’economia cominciando dal secondo pacchetto “sviluppo” che il ministro Passera ha già pronto. Questo piano si struttura in sei punti, ognuno di capitale importanza, per dare nuovo respiro all’economia nostrana, ma soprattutto sono punti la cui scadenza realizzativa è proposta e prevista per la fine di quest’anno, dunque una vera iniezione in un motore economico che ancora strappa per questa crisi che non accenna a finire.

Le parole d’ordine sono, dunque, le seguenti: aereoporti, città, energia, digitale, infrastrutture, imprese; sono questi gli ambiti nei quali si intende intervenire nella stretta immediatezza. Inoltre, leggermente più defilata, ma ingombrante come un’ombra, si staglia l’emergenza giovani, la cosidetta “generazione perduta, per citare un’altra felice definizione del premier Monti, ossia la necessità di creare sbocchi lavorativi consistenti per i giovani, ma soprattutto sbocchi credibili e in linea con i loro curricula.

La prima manovra di carattere economico, di cui si ha già conferma, perché esposta dal viceministro allo sviluppo, Mario Ciaccia, è l’esenzione dall’Iva sulle nuove opere infrastrutturali; “calcolando un fabbisogno di infrastrutture pari a 300 miliardi” ha detto il ministro “è come sottrarre a quei 300 miliardi i 50 dell’Iva, in media del 18% nel settore delle costruzioni, ma senza togliere un euro all’Erario che poi recupereràin abbondanza dall’opera stessa, generatrice di altra Iva, e dagli stipendi creati”. Dottrine Keynesiane? Forse, ma di sicuro è un inizio e sembra promettente, poi tra il dire e il fare ci sono di mezzo le “grandi opere”.

Qui di seguito analizziamo nello specifico, punto per punto, cosa intende il Governo Monti per sviluppo, ma soprattutto come intende metterlo in atto.

Piano città

Il Piano città è quella manovra con la quale verrà creato un finanziamento di due miliardi di euro destinato per quelle aree urbane vittime del degrado di modo che possano essere riqualificate. Entro il 5 ottobre dovranno essere presentati i progetti dei Comuni interessati a beneficiare di questo finanziamento, è stata infatti dei giorni scorsi la firma del decreto attuativo che ha reso noti i criteri di scelta delle proposte che perveranno. Non ci sarà bisogno di aspettare il 5 ottobre comunque, molti enti sono già pronti, soprattutto le grandi città, sono già 16 le proposte e solo queste costituiscono un ammontare di 1 miliardo e 250 milioni. La gestione dei fondi è affidata ad un pool che si occuperà, appunto, di amministrare il piano, ne fanno parte rappresentanti di enti locali, ministeri, Cdp e Demanio e dovranno votare i progetti pubblico-privati.

Agenda digitale

Si torna a parlare di agenda digitale, finalmente aggiungiamo, visto che sembrava dover essere una riforma cardine e invece rischia di essere l’unica cosa davvero “perduta”, altro che la generazione. Il progetto, per iniziare, necessita di una cifra vicina ai 400 milioni di euro che dovrebbero pervenire dal recupero di fondi regionali e comunitari ad opera del ministero dello Sviluppo. La manovra mira a portare il Paese, entro il 2013, ad una velocità analogica compatibile con quella europea, ossia 2 mega secondo, ponendosi l’ambiziosa vetta di 20 mega al secondo per il 2020. Ad ogni modo, non interessa solo l’ambito della banda larga, con questo finanziamento si vuole incentivare il commercio e la moneta elettronica, che saranno incentivati da sconti fiscali, inoltre anche la scuola vedrà molta parte della propria burocrazia cartacea convertita on – line, così come ospedali e tribunali. La stima di Passera è che ci vogliano almeno 3 miliardi di investimenti privati perché la riforma possa perseguire i propri obiettivi, sarebbe fondamentale visto che è previsto anche l’allestimento di Data center che sarebbero in grado di mettere in contatto tutte le pubbliche amministazioni collocate nel Mezzogiorno e in Sardegna.

I trasporti

Della novità principe si è già detto, sospesa l’Iva per tutte le nuove opere infrastrutturali; il gradimento è alto, Confidustria ha già dato il suo placet, “le nuove misure vanno nella giusta direzione”, così come i costruttori dell’Ance, di Autostrade per l’Italia e il presidente della Cassa depositi e prestiti, Bassanini che ha proposto un estensione del provvedimento anche alle tlc. Questa manovra detta di “sterilizzazione dell’Iva” dallo stesso Ciaccia, si prefigge di incentivare gli investimenti privati ma al tempo stesso di non penalizzare la riscossione dell’Erario, visto che poi gli introiti saranno generati dall’Iva successiva.

I giovani

La dantesca perduta gente, i giovani, che forse mai come in quest’epoca vivono una delle stagioni più difficili. Essere giovani in Italia è diventato problematico e dopo i poco nobilitanti titoli di bamboccioni, mammoni e quant’altro anche la classe dirigente si è resa conto che solo l’ironia non basta a cambiare l’inerzia pericolosa che attanaglia la parte della popolazione che di più dovrebbe contribuire all’economia, sotto ogni punto di vista. Sulla carta un “piano giovani” non c’è ma è palese che il governo mira ad elaborare qualche misura per sostenere chi è senza lavoro, così come punta a migliorare la formazione, affidandosi alla meritocrazia ed esportando un modello culturale tradotto in vere e proprie scuole e università italiane all’estero. Dunque, si comincerà verificando, innanzitutto, la riforma Fornero e, nello specifico, l’apprendistato; in attesa di questo è arrivato via twitter l’annuncio del sottosegretario della presidenza del Consiglio, Catricalà che “è finalmente possibile per i giovani fino a 35 anni costituire una Srl con solo un euro di capitale. Non ci sono spese notarili. Un’opportunità”. Forse non è la Luna, ma è un inizio.

L’energia

Andrà per le lunghe invece il Piano energia il cui debutto è previsto solo per la fine dell’anno, così come il progetto aereoporti. Il piano si fonda su 4 cardini: efficienza energetica, trasformazione dell’Italia in hub europeo del gas proveniente dall’Africa del Nord e dall’Asia centrale, sviluppo “sostenibile” delle rinnovabili e rilancio della produzione nazionale di idrocarburi. Affinchè questo sia possibile sarà rivista probabilmente la normativa restrittiva sulle trivellazioni che al momento costituirebbe un ostacolo difficilmente sormontabile. L’obiettivo finale è che grazie alla manovra energetica si riesca ad incrementare il Pil di mezzo punto ed ottenere un risparmio energetico ed economico sulla bolletta degli italiani di ben 6 miliardi; non solo ma le nuove opere per potenziare la rete energetica garantirebbero anche 25.000 nuovi posti di lavoro “stabili e addizionali”. L’idea del governo è di collegarsi direttamente all’Algeria mediante metanodotti e rinforzare il “corridoio sud” nell’Adriatico; previsti inoltre 4 rigassificatori e nuovi permessi per le perforazioni ed incentivi sulle rinnovaibili.

Le aziende

E’ questo il settore che per primo tenterà di decollare grazie al pacchetto dedicato. La parola chiave delle aziende sarà semplificazioni, verranno tagliati adempimenti “extra” rispetto alle direttive comunitarie e al lancio del Fondo per incentivare nuove start – up. Il dicastero dello Sviluppo economico e della Funzione Pubblica puntano a ridurre i costi e i tempi della macchina burocratica; nella pratica le attività italiane spendono, per le autorizzazioni ambientali, 1 miliaro e 300 milioni di euro annui. Nelle prossime settimane, le misure del Semplifica – Italia, saranno operative e ciò darà sicuramente respiro alle nostre aziende, quindi a breve sportello unico per l’edilizia e autorizzazione unica ambientale per le pmi saranno attive e fruibili. Il Fondo start – up invece si prefigge di raccordare le risorse disperse in altri 3 o 4 fondi, questo gli consentirà di fungere da volano per il venture capital, denari di privati disposti a investire su idee e progetti freschi e redditizi. Infine ci sarà anche uno sportello unico, una vera e propria finestra di dialogo, a disposizione delle aziende straniere che vogliono investire nel Belpaese, l’obiettivo, neanche a dirlo, attrarre e semplificare.

Alessandro Camillini

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento