Riforma del lavoro. Giovani e aziende: “Quali benefici?”

Redazione 16/07/12
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E’ partito il conto alla rovescia: mercoledì 18 luglio la riforma del lavoro – meglio conosciuta come riforma Fornero – legge n. 92 del 28 giugno 2012, entrerà in vigore. Dopo lunghe polemiche su contratti, esodati, flessibilità e ammortizzatori sociali, dunque, la riforma più contestata sta per ottenere piena valenza giuridica. Eppure, sono ancora in tanti a storcere il naso: in particolar modo, chi si sta affacciando con timidezza alla porta del mercato del lavoro, in una fase di profonda depressione del mercato e, per giunta, transitoria dal punto di vista normativo. Lo dimostra il sondaggio realizzato dall’Ufficio Studi Bachelor, che ha cercato di capire la percezione dei neolaureati di fronte alla riforma Fornero.

Risultato: solo l’1% ritiene che le modifiche introdotte avranno effetti positivi nel trovare un’occupazione stabile. Del campione intervistato,è il 23%, però, a ritenerla inutile: ecco, dunque, come si spiega il 49% di coloro che valutano la riforma come “insufficiente”. In termini di flessibilità, la ricerca mette in luce come 6 laureati su 10 ritengono il pacchetto Fornero come responsabile di introdurre maggior rigidità nel mercato del lavoro.

I dati Istat aggiornati sulla disoccupazione non lasciano adito a dubbi: la disoccupazione giovanile è un fiume in piena che nessuno sa bene come arginare. In meno di 5 anni, infatti, i 15-24enni sprovvisti di un impiego sono passati dal 21 al 36% dello scorso maggio. Una crescita verticale, confermata in toto dai dati Ocse: il 49,9% della stessa fascia d’età è occupato con contratti temporanei.

L’indagine dell’Ufficio Bachelor ha preso in esame anche la percezione di un campione di direttori di personale di grandi aziende di fronte alla riforma del lavoro ormai in vigore. Ebbene, secondo i dati non definitivi, il 76% di questi, a prescindere dalla congiuntura economica tutt’altro che propizia, ritiene che la legge non porterà un incremento di assunzioni; il 20%, invece, ritiene che produrrà minori inserimenti nel lavoro. in sostanza, la quasi totalità del campione si pone con occhi diffidenti al debutto della riforma del lavoro. Nessuna azienda tra quelle interpellate ritiene che la nuova normativa potrà ottenere effetti benefici sull’occupazione giovanile: un verdetto molto duro, che attende ora la riforma Fornero alla prova dei fatti.

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