Riforma Professioni: gli Albi rilanciano tirocinio di 12 mesi e nuove regole disciplinari

Redazione 13/07/12
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Il ministro della giustizia, Paola Severino, dopo aver incassato la bocciatura del Consiglio di Stato sulla riforma delle professioni, ha incontrato i presidenti degli Ordini professionali appartenenti al Cup (comitato unitario delle professioni).  “Non abbiamo potuto fare a meno di sottolineare il rammarico di non aver potuto contribuire alla stesura del testo” ha detto Marina Calderone, presidente del Cup. Il dialogo si è sviluppato sostanzialmente intorno a tre punti principali: il tirocinio, la formazione continua e le commissioni disciplinari; a detta del ministro Severino i rappresentanti del Cup hanno “proposte costruttive che verranno prese in esame con attenzione”.

Nello specifico le richieste degli ordini professionali per quanto concerne il tirocinio sono state palesate da Claudia Siciliotti, presidente dei dottori commercialisti ed esperti contabili, è stata, infatti, lei a porre per prima l’accento sulla necessità di una durata minima del tirocinio di almeno 12 mesi, affinché le nuove leve possano fare più pratica possibile. Questa posizione è stata sposata anche da Edda Samory, presidente degli assistenti sociali, Armando Zambrano, presidente degli ingegneri e Giuseppe Jogna, presidente dei periti industriali. D’accordo invece i presidenti col ministro per quanto riguarda la possibilità di cominciare il tirocinio durante gli ultimi 6 mesi di università mentre invece c’è una frenata da parte della presidentessa del Cup, Marina Calderone e Giampaolo Crenca, presidente degli attuari, per quanto riguarda l’applicazione immediata della norma secondo cui il tirocinio deve avere una durata massima di 18 mesi e ciò deve valere anche per quelli in corso.

C’è stata invece comunione di accordo per quanto riguarda la formazione continua con la sola paura che possano lievitare i costi qualora fosse affidata  ai privati senza regole precise da seguire. L’Ordine si è dimostrato poi favorevole anche all’inserimento di terzi non facenti parte dell’Ordine stesso nella commissione disciplinare anche se sono satti fatti dei distinguo, la Calderone è infatti favorevole all’inserimento di figure come magistrati ma sarebbe contraria alla partecipazione dell’associazione dei consumatori.

C’è comunione di intenti anche sull’idea di tenere separate attività amministrativa e disciplinare purchè non avvenga come è proposto dal decreto legge, ossia di affidare questo compito ai primi non eletti alla carica di consigliere nazionale. La mosca bianca di tale questione è, invece, rappresentata dall’ordine degli psicologi, solo da 3 anni diventati professione sanitaria, che non ha attualmente una commissione disciplinare, ma la Severino ha promesso che risolverà anche questo contrattempo. Escluse al momento al tavolo del confronto le professioni tecniche, forse in futuro torneranno ad essere interlocutori del dialogo politico, ma al momento non sembra essere questa la strada intrapresa.

 

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