Spending review: dopo l’obbligo di telefonate urbane si passò ai segnali di fumo

Luigi Oliveri 21/06/12
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Impagabile il Ministro Patroni Griffi. Mentre è in atto una crisi finanziaria che implica una spending review inevitabilmente indirizzata a fortissimi tagli di spesa di personale, destinata a rafforzare molti aspetti della riforma-Brunetta, concorda con i sindacati un protocollo che invece intende quasi azzerare la riforma del suo predecessore e, per questo, difficilmente potrà essere tradotto in legge.

Non pago, mentre appunto si cercano miliardi di risparmi da consistenti tagli al personale, all’organizzazione ed agli appalti, emana la circolare, ultima “ideona” di un Governo che prima si schernisce, affermando che non ne esistono, e poi ne sforna una al giorno: ieri quella della settimana in meno di ferie che fa crescere il Pil di un punto, mentre le aziende sono in cassa integrazione; oggi, quella di consentire ai dipendenti della Presidenza del consiglio dei ministri solo telefonate urbane. Per le telefonate ai cellulari e all’estero, gli unici depositari del “potere” telefonico, diciamo così, saranno i dirigenti, trasformati d’imperio in centralini telefonici umani.

L’immaginiamo già il dirigente, seduto davanti al groviglio di fili, che attacca e stacca i jack per consentire agli uffici di fare le telefonate, come nei film americani anni ’30.

Il Ministro ha ragione. Occorre risparmiare ed ogni piccolo contributo può consentire di ottenere il risultato. Potremmo adottare questa stessa tattica in estate per rifornire i Canadair raccogliendo l’acqua del mare con bicchieri di carta.

Del resto, ci spiegano da Palazzo Vidoni, quando una famiglia deve risparmiare si mettono sotto controllo i costi, tra i quali quelli delle telefonate, ovviamente. Peccato che se una famiglia intende risparmiare proprio su quei costi, l’ultima cosa cui deve pensare è limitare le telefonate a quelle urbane. Le famiglie sanno bene che per reperire telefonicamente amici e parenti ormai lo strumento non è la chiamata alla linea urbana, ma a quella cellulare. Moltissimi hanno persino rinunciati ai costi ed ai vincoli dei contratti delle linee urbane. E del resto con le offerte “me and you” e similari, risulta più conveniente chiamare i cellulari.

Non mancheranno certo le voci plaudenti alla sobria morigeratezza suggerita da Palazzo Vidoni, che inviteranno anche le altre amministrazioni a seguirne l’esempio. Quanto faciliterebbe il lavoro degli assistenti sociali, delle scuole o dei servizi per il lavoro pensare di reperire gli utenti passando per l’imbuto stretto del dirigente-cornetta o immaginando di trovarli sempre attaccati al telefono fisso connesso alla linea urbana!

Tra “desertificazioni” che hanno solo reso più difficile per i cittadini presentare alle amministrazioni istanze e documenti e idee come quella di consentire solo telefonate urbane, l’amministrazione pubblica si allontana sempre di più dalla realtà organizzativa di oggi, che dovrebbe semplicemente spingere sull’utilizzo intelligente delle telecomunicazioni. Il risparmio sulle telefonate dovrebbe percorrere tutta un’altra strada. Non limitazioni tecniche come quelle proposte (tra l’altro i risparmi potrebbero essere vanificati dai costi per i corsi di formazione in segnali di fumo e addestramento di piccioni viaggiatori…), ma al contrario massima spinta su contratti convenienti, spuntati dalla Consip a vantaggio delle amministrazioni, così da abbassare il costo della singola telefonata. Fermo restando, poi, il controllo sull’opportunità e la necessità della chiamata telefonica.

Un’amministrazione pubblica che sconta un’arretratezza disarmante sulla tecnologia delle resti, che quasi nemmeno sa cosa sia il telelavoro proprio non potrebbe permettersi di pensare che la telefonata ai cellulari sia un “lusso” o uno “spreco”, come forse avveniva 18-20 anni fa.

Misure di contenimento della spesa come quelle proposte, appaiono piuttosto scelte di pauperismo fine a se stesso, poco utili per il controllo della spesa, controproducenti per l’immagine fin troppo appannata della pubblica amministrazione.

Qui il testo della direttiva agli uffici del Ministero

Luigi Oliveri

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