Pensioni e Quota 96: la circolare Madia per il ritiro dal lavoro

Redazione 23/02/15
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Obbligo di abbandonare il lavoro presso la Pubblica amministrazione per chi ha maturato i requisiti per la pensione e garanzia del vecchio regime anche ai Quota 96. E’ il contenuto della nuova circolare firmata dal ministro Madia ed emanata dal dicastero della Funzione pubblica.

Si tratta di un passaggio, come detto, inevitabile per tutti coloro che abbiano conseguito i criteri per il pensionamento e tira in ballo tanto coloro che hanno completato il percorso anagrafico, avendo totalizzato il minimo per la pensione sul fronte dell’età, quanto i pensionabili in forma anticipata, che si trovino, però, ancora in servizio presso una amministrazione dello Stato.

In sostanza, il documento consegnato in data 19 febbraio 2015 stabilisce la scomparsa del trattenimento in servizio, come suggerisce la denominazione: “Soppressione del trattenimento in servizio e modifica della disciplina della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro”.

La circolare si propone di interpretare e esemplificare l’applicazione dell’articolo 1 del decreto 90/2014, che il governo ha ribattezzato come riforma della pubblica amministrazione, o riforma Madia.

Cosa prevede la circolare

Le novità. In breve, il cambio rispetto alla precedente normativa riguarda la decadenza del precedente limite fissato al 3 dicembre 2014, con applicazione del precedente regime pensionistico ante Fornero anche ai professori e dipendenti Ata in Quota 96,  anche se per costoro viene stabilito il diritto al recesso di raggiungimento del limite prefissato e a quello dell’anzianità contributiva dei 40 anni.

Viene fissata una data limite per l’efficacia del trattenimento in servizio di magistrati, amminsitrativi, contabili e militari: si tratta del prossimo 31 dicembre 2015. A partire dal primo genaio 2016, dunque, tutti i soggetti che usufruiscono del trattenimento in servizio, andranno mandati in pensione.

Nel caso in cui il dipendente sia costretto ad andare in pensione pur non avendo maturato i minimi contributivi volti al mantenimento dello stato di quiescenza, la circolare invita a valutare la situazione contabile del lavoratore, sia attuale con l’amministrazione, che eventualmente precedenti all’ingresso nel settore pubblico. In linea generale, viene disposto il mantenimento in essere del rapporto di lavoro fino al raggiungimento della totalizzazione minima per il ritiro definitivo.

Medici. Un capitolo a parte è riservato ai medici e i dirigenti del personale sanitario, i quali dovranno rimanere al proprio posto fino al 65esimo compleanno, oppure al quarantesimo anno di servizio, e, in ogni caso, mai oltre i 70 anni di età.

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