Agenzia unica ispezione sul lavoro: forse ci siamo?

Matteo Ariano 14/10/14
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Dopo la pausa estiva è nuovamente ripreso l’esame del Jobs Act, approvato al Senato e già passato al vaglio della Commissione Lavoro della Camera. Tra le misure oggetto di un maxi-emendamento presentato dal Governo, c’è la nascita della c.d. Agenzia Unica ispettiva. Di cosa si tratta?

Attualmente, la verifica sul rispetto delle norme in materia di lavoro e sicurezza è dispersa in tanti rivoli, tra Ministero del Lavoro, Inps, Inail, Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) delle ASL e le ARPA regionali. Inoltre, hanno competenza a verificare i rapporti irregolari di lavoro anche la Guardia di Finanza, i Carabinieri, l’Agenzia delle Entrate e quella delle Dogane. Si tratta di una situazione unica nel panorama europeo, che determina sovrapposizione di competenze e duplicazione di controlli, con un’evidente inefficienza di cui tutti pagano le conseguenze: imprese, lavoratori e apparato pubblico di controllo.

Per questo, da tempo si discute della necessità di unificare i controlli in materia. L’idea che si è fatta strada è quella della creazione di un’Agenzia unica. Più precisamente, il modello proposto è quello delle Agenzie fiscali, che ha dato buona prova di sé sin dalla sua istituzione, nel 1999.

Proprio come accade per queste ultime, poste sotto il controllo del Ministero dell’Economia, anche l’Agenzia unica ispettiva avrebbe un Ministero vigilante: il Ministero del Lavoro. Con esso, stipulerebbe periodicamente una convenzione, con cui si indicano all’Agenzia gli obiettivi da raggiungere.

Sia chiaro che la logica cui risponde la creazione di questo Ente è quella della semplificazione, per cui esso dovrebbe essere l’unico ente deputato al controllo in materia di lavoro e sicurezza, così da evitare l’attuale situazione d’inefficienza; per la stessa ragione, al suo interno dovrebbero transitare gli ispettori del lavoro, dell’Inps, dell’Inail e delle Asl (oltre al resto del personale che fa loro da supporto).

Evidenti i vantaggi per l’intero sistema: le imprese non subirebbero più “controlli-doppione”; i lavoratori potrebbero rivolgersi ad un solo Ente per avere tutela dei loro diritti; ci sarebbero dei risparmi di spesa.  Nella stessa ottica, si potrebbe spingere il piede sull’acceleratore e accorpare in un solo Ente tutti i servizi attualmente svolti da Ministero del Lavoro, Inps, Inail e SPSAL, creando un’Agenzia unica del Lavoro ma, nel paese dei campanili e degli orticelli, questo pare fantascienza (o fantapolitica).

Già qualche mese fa, il Ministro Poletti disse di voler creare un’Agenzia Ispettiva e sembra proprio che il modello cui il Governo voglia ispirarsi sia quello appena descritto. In questi giorni, il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Sacconi, ha pubblicamente annunciato che è intenzione del Governo presentare un emendamento per unificare le competenze in materia di ispezione sul lavoro. Purtroppo, stando alla formulazione dell’emendamento presentato dal Governo, quest’Agenzia dovrebbe essere semi-unica, ricomprendendo gli ispettori del lavoro, dell’Inps, dell’Inail, ma non quelli degli SPSAL e delle ARPA.

Se tutto ciò venisse confermato, sarebbe un’occasione persa, tanto più se si considera che la riforma costituzionale attualmente in discussione alla Camera prevede proprio che la competenza legislativa in materia di sicurezza e salute sul lavoro ritorni esclusivamente allo Stato.

Insomma, si è capito che per certe funzioni forse è meglio che vi sia una sola testa, ma allora perché non agire di conseguenza anche per la funzione di controllo?

 

Le considerazioni contenute nel presente scritto sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno in alcun modo carattere impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza

Matteo Ariano

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