Quota 96, emendamento ok. Sperano i vincitori senza cattedra

Redazione 16/07/14
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“Ammissibile”: il testo dell’emendamento per i Quota 96 sta dunque per entrare nel decreto di riforma della Pubblica amministrazione. Continua stamattina l’esame da parte della Commissione Affari Costituzionali sugli emendamenti al decrto PA, tra cui la proposta di mandare in pensione insegnanti e dipendenti Ata degli ex Quota 96 a partire dal primo settembre. QUI IL TESTO DELL’EMENDAMENTO

Ovviamente, si tratta di coloro che erano Quota 96 al momento dell’entrata in vigore della legge Fornero, la riforma delle pensioni che improvvidamente dimenticò come il termine temporale dell’anno lavorativo a scuola non coincide, come per le altre categorie produttive o dei servizi, con il calendario solare. Escludere la copertura per coloro che avevano i diritti ma che avrebbero concluso l’anno al 31 agosto 2012 invece del 31 dicembre 2011, è un’ingiustizia riconosciuta ormai anche dagli stessi fautori di quella legge oggi più che mai criticata.

Non a caso, infatti, a promuovere l’introduzione dell’emendamento salva Quota 96 nella riforma della pubblica amministrazione, è stato il presidente della Commissione Bilancio e parlamentare Pd Francesco Boccia. Ieri, poi,a  intervenire a favore della misura per la pensione da settembre, è stato l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, il quale ha osservato come “‘il decreto legge sulla Pa è lo strumento per intervenire sulla cosiddetta Quota 96, in modo da correggere l’errore del governo Monti che ha intrappolato 4 mila insegnati in tutta Italia, impedendo loro di andare in pensione. Sono già state individuate le coperture necessarie”, ha infine assicurato il deputato Pd.

Insomma, vento in poppa per i Quota 96, dopo che nei giorni scorsi il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia aveva un po’ smorzato la fiducia dei diretti interessati, affermando che parevano emersi problemi sulle coperture.

Anzi, all’emendamento firmato da gran parte dei parlamentari delle commissioni Lavoro e Istruzione, e presentato come relatrice da Manuela Ghizzoni, deputata del Partito democratico che già in passato aveva messo il proprio nome su un provvedimento, poi affossato, pro Quota 96, sono seguite altre due proposte:

  • una, presentata da esponenti del MoVimento 5 Stelle, che ripartisce così le prossime scadenze: “il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto, con decorrenza dalla data del 1o settembre 2014, nel limite massimo di 4.000 soggetti e di 35 milioni di euro per l’anno 2014, di 106 milioni di euro per l’anno 2015, di 107,2 milioni di euro per l’anno 2016, di 108,4 milioni di euro per l’anno 2017 e di 72,8 milioni di euro per l’anno 2018. L’INPS prende in esame le domande di pensionamento, che possono essere inoltrate secondo modalità telematiche, in deroga alla normativa vigente, entro il 31 luglio 2014, dai lavoratori di cui al comma 1 che intendono avvalersi dei requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti”;
  • mentre una modifica collegata e presentata dall’onorevole Iacono (sempre Pd), che dispone sulle assunzioni dei vincitori senza cattedra andando a prelevare le risorse necessarie alla sostituzione dei Quota 96 dalle macchinette dei giochi d’azzardo:  Entro il 30 settembre 2014 il Ministero dell’economia e finanze-Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è autorizzato ad emanare, con propri decreti dirigenziali, disposizioni per modificare la misura del prelievo erariale unico attualmente applicato sui giochi ed eventuali addizionali, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita al fine di conseguire un maggior gettito a decorrere dell’anno 2015 non inferiore a 400 milioni di euro.”.

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